Super Totti salva la Roma all’Artemio Franchi

FIRENZE – Eterno Totti. Alla soglia dei 35 anni riesce sempre a fare la differenza. Anche quando la squadra non lo aiuta. Al n.10 è bastato riavere la fiducia dell’amico allenatore Montella per riprendersi la Roma. Due gol nel derby, due gol alla Fiorentina. E record demoliti: 201 in serie A per entrare in club speciale dove ci sono solo Piola (274), Nordhal (225), Meazza e Altafini (216), Baggio (205). Nomi da brividi. E poi ci sono i tabù sfatati: non aveva mai segnato al Franchi. Ieri ha lasciato nella storia una doppietta e garantito al suo tecnico l’imbattibilità.
Montella da quando ha ereditato la squadra da Ranieri ha collezionato tre vittorie e due pareggi. Mai, come in questo momento, la Roma è tornata ad essere Totti. Uno che gioca per sé, per i limiti dei compagni e contro l’avversario. Per gran parte della partita è sembrato che la sfida fosse Fiorentina contro Totti. E lo dice anche la successione delle reti. Finisce 2-2. Segna Mutu (22’ pt), pareggia Totti (27’ pt, rigore), segna Gamberini (35’ pt), pareggia Totti (7’ st). E poi regala anche un assist a Menez (26’ pt) che il francese calcia su Boruc: una palla che avrebbe potuto cambiare la partita.
Nell’elogio di Totti la Fiorentina fa bella figura perché gioca meglio della Roma, corre meglio della Roma e colpisce due traverse con Mutu e Vargas: una per tempo, con una zuccata del romeno e una staffilata del peruviano. Nel computo delle occasioni il risultato sta stretto ai viola per quello che hanno fatto vedere soprattutto nel primo tempo quando la voglia e i muscoli sono stati alimentati dal vento. Quando nella ripresa Eolo ha aiutato i giallorossi è stata la Roma a prendere in mano la partita e la Fiorentina ha smarrito la brillantezza. Ma nella mente dei viola deve aver pesato anche la paura del pareggio subito, oltre alle raffiche che avrebbero fatto felici equipaggi impegnati in qualsiasi competizione velica. Da quel momento la squadra di Mihajlovic ha perso convinzione e forza. I palloni rilanciati non scavalcavano più il centrocampo, i suoi uomini migliori andavano in riserva e la Roma spingeva facendo accrescere le sofferenze, anche se Boruc non correrà mai veri pericoli anche perché Menez è inoffensivo. Anzi, dannoso: sciupa un assist di Totti e sulla ripartenza della Fiorentina arriva il 2-1 dei viola. Menez è l’uomo in meno e gli altri compagni di reparto spesso girano al largo dell’area della Fiorentina.
Così, oltre alle giocate di Totti su cui i viola montano una guarda abbastanza blanda, è il vento il vero protagonista della gara: sono le raffiche che fanno il regista della partita.
Nel primo tempo la Roma non c’é: i due mediani De Rossi e Pizarro sono surclassati dalla linea a tre viola dove Behrami e Vargas (con Montolivo in mezzo) fanno il diavolo a quattro; la difesa é inguardabile negli elementi centrali. Mexes sbaglia tutto in occasione del vantaggio di Mutu, Juan è eternamente incerto. Burdisso galleggia davanti alle incursioni di Vargas che sembra il vento fatto persona per la forza con cui spinge; Riise ha il merito di guadagnarsi il rigore per il pari e il 200º gol di Totti. Doni è inaffidabile per tutta la partita. In casa viola Mutu si conferma in ripresa, Santana è quantità e qualità, stona però Gilardino, l’indispensabile, l’intoccabile: ma la fatica si fa sentire nelle sue gambe a questo punto della stagione. Poi, nella ripresa, la musica cambia per la Roma, ma dopo aver rischiato il ko con la traversa colpita da Vargas al 5’.
La difesa della Fiorentina si addormenta sul cross di Riise che porta al 2-2 di Totti e la Fiorentina perde ardore mentre i giallorossi giocano con costanza nella metà campo avversaria. Gli allenatori ricorrono ai cambi, ma non incidono sulle sorti della sfida. Il pari alla fine non serve molto alle ambizioni di Fiorentina e Roma: per i giallorossi il punticino non è utile per sperare nel quarto posto; per i viola non dà la spinta per centrare l’ Europa League.