Libia, scudi umani a Misurata. Gheddafi, voci sulla morte del figlio Khamis

Trapani – Le brigate fedeli a Muammar Gheddafi stanno bombardando in questi minuti il centro della città di Zintan, in Tripolitania. Lo ha annunciato una fonte dei ribelli libici citata dalla tv satellitare ‘al-Arabiya’. Secondo la fonte, «le brigate circondano la città e ci stanno attaccando. Negli scontri in corso oggi siamo riusciti a catturare alcuni loro soldati».


Inoltre, le forze fedeli al Colonnello stanno portando civili a Misurata dalle città vicine per usarli come scudi umani. Lo ha riferito uno dei portavoce dei ribelli, che dal 17 febbraio stanno combattendo la rivoluzione contro il raìs. Citato dalla ‘Bbc’, il portavoce ha aggiunto che ieri, sempre a Misurata, nella Libia occidentale, sette persone sono rimaste uccise negli scontri tra gli insorti e l’armata verde.


Negli attacchi sferrati finora, un missile ha colpito e completamente distrutto un edificio «di comando e di controllo» di Muammar Gheddafi nel complesso di Bab el Aziziya a Tripoli. Lo riferisce un funzionario della coalizione a ‘SkyNews’, precisando che l’edificio si trova a circa 50 metri dalla tenda dove il Colonnello è solito incontrare i suoi ospiti a Tripoli. Fumo è stato visto innalzarsi dall’edificio che, oltre a essere la residenza militare di Gheddafi, era anche una caserma militare.


I funzionari libici hanno portato questa mattina i giornalisti nell’area per vedere i danni provocati dai missili. E la tv libica al-Jamahiriyah ha diffuso la notizia che si tratta di ambasciatori stranieri, oltre che giornalisti. Secondo quanto riferisce l’emittente locale, l’edificio nella zona di Bab al-Aziziya «è stato bombardato dalle forze di aggressione del crociato colonialista’’.


Circolano inoltre in queste ore voci circa la morte di Khamis Gheddafi, figlio del colonnello, il quale sarebbe deceduto ieri a Tripoli. Secondo quanto ha annunciato il sito dell’opposizione libica ‘al-Manara’, Khamis sarebbe morto per le ferite riportate nei giorni scorsi quando un pilota dell’aviazione libica passato con l’opposizione avrebbe aperto il fuoco contro di lui nei pressi della caserma di Bab al-Aziziya, nel centro di Tripoli. La notizia non è stata confermata ma sta già facendo il giro dei media arabi. A capo di una delle brigate del regime impegnate a combattere contro gli insorti, capitano dell’esercito e responsabile del reclutamento e dell’addestramento dei soldati mercenari africani, Khamis Gheddafi è il sesto dei figli del colonnello.


E sono in corso discussioni alla Nato per arrivare ad un accordo sul comando delle operazioni, al momento gestite separatamente da Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna. Lo riferiscono fonti diplomatiche, sottolineando la necessità di «multilateralizzare» la missione ‘Odissea all’alba’ sotto l’ombrello dell’Alleanza atlantica, per evitare l’ «anarchia» dei bombardamenti a cui si sta assistendo in queste ore. D’accordo sulla necessità di unificare sono l’Italia, la Gran Bretagna, la Danimarca e il Canada, con gli Stati Uniti ancora in definizione della loro posizione, mentre la Francia continua a essere contraria, con la motivazione che i Paesi arabi non accetterebbero un intervento dell’Alleanza. Restano anche le resistenze della Turchia, che potrebbero essere superate con un maggior coordinamento tra Nato e Paesi arabi.


Intanto, di ritorno dal raid nel cielo di Bengasi nella tarda serata di ieri, rischierati sulla pista della base militare di Trapani Birgi, i Tornado Ecr sono di nuovo pronti per altre operazioni militari, come ha ribadito anche il Comandante del 37esimo Stormo dell’Aeronautica militare, il colonnello Mauro Gabetta.


– Noi siamo pronti a intervenire in qualsiasi momento – ha detto incontrando i giornalisti – la missione non finisce qui e noi siamo pronti a rispondere a tutte le chiamate.


L’aeroporto militare è al lavoro dall’alba di oggi con i top gun che si preparano ad eventuali partenze immediate.


– La missione è stata raggiunta positivamente e gli obiettivi sono stati raggiunti -. E’ quasi mezzanotte quando il Colonnello Gabetta incontra i giornalisti per fare un resoconto dell’operazione militare. Dei sei tornado, due ‘tanker’, che appartengono al 6/o Stormo di Ghedi (Brescia), sono stati i primi a rientrare alla base dopo aver effettuato il rifornimento aereo degli altri velivoli, Tornado Ecr, che provengono dal 50/o Stormo di Piacenza, e che sono atterrati poco prima delle 23 di ieri.