Oltre 5 mila migranti a Lampedusa Lombardo: “Rischio epidemie”

AGRIGENTO – Dopo giorni di sbarchi e nonostante il mare calmo, sono arrivati ieri a Lampedusa solo 137 migranti: se si guardano i numeri degli ultimi due giorni – 1.200 sabato, 1.300 domenica – sono relativamente pochi.

Sull’isola ci sono 5.400 stranieri, solo cento in meno di tutta la popolazione lampedusana, 2.800 dei quali accampati all’aperto lungo il molo in condizioni igieniche pessime, 230 minori che dormono per terra in una sede comunale e il resto a zonzo per le vie del paese, senza nulla da fare.

Un’emergenza in piena regola, dunque, che va risolta prima che si trasformi in tragedia: il porto di Zarzis, in Tunisia, è assediato dai clandestini e chi conosce il mare assicura che i prossimi due giorni sarà piatto come una tavola. Lampedusani e migranti, inoltre, cominciano a guardarsi a brutto muso, con i primi che chiedono di non esser prigionieri in casa loro e i secondi che cominciano a non poterne più di “stare in carcere senza aver fatto nulla”.

Ieri alcuni hanno rifiutato il cibo, oggi potrebbero decidere proteste più eclatanti. Senza contare che si è aperto un altro fronte, anche questo molto preoccupante: nel catanese sono sbarcati un centinaio di immigrati dicendo di essere libici. Alla fine si è accertato che erano egiziani, ma il segnale che dalla Libia in guerra possano cominciare a partire, lo hanno capito tutti. Ecco perché il Consiglio dei ministri ha affrontato l’emergenza Lampedusa subito dopo la crisi libica, con l’obiettivo di risolvere la situazione prima possibile. La priorità è decongestionare l’isola, visto che con il ponte aereo anche oggi non sono partiti più di 300 immigrati: il governo ha assicurato provvedimenti “immediati” e dall’incontro in programma oggi con Regioni, Province e Comuni al Viminale Maroni conta di uscire con una lista di strutture per l’accoglienza, messe a disposizione dalle regioni.

Qualcuno, dopo l’appello di Napolitano, si è già fatto avanti – il presidente della Toscana Rossi e anche quello della Lombardia Formigoni, anche se “eventualmente”e per “un tempo limitato” – ma l’obiettivo è quello di avere il maggior numero di posti disponibili per distribuire cosí i migranti e svuotare il Centro di accoglienza al collasso. In quest’ottica è previsto per le prossime ore l’arrivo di nave San Marco a Lampedusa: servirà a trasportare nelle altre regioni un migliaio di extracomunitari.

L’altro intervento messo a punto dal governo riguarda invece una serie di misure per compensare gli abitanti dell’isola dei “pesanti disagi” subiti con lo sbarco, dall’inizio dell’anno di quasi 15mila immigrati.
“Il governo – ha spiegato il ministro dell’Interno – ha deciso di farsi carico del grave disagio dei lampedusani, definendo misure compensative di carattere economico e strutturale per compensare l’isola di quanto sta subendo”. “Dal Consiglio dei ministri – ha aggiunto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano – è arrivato un messaggio chiaro: Lampedusa non è sola”.

Si vedrà nelle prossime ore se si tratta solo di promesse, come sostiene l’opposizione parlando di governo “incapace” a gestire l’emergenza. Quel che è certo è che bisogna fare presto prima che la situazione degeneri. L’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, solitamente molto pacato nelle dichiarazioni, ieri in una nota ufficiale ha chiesto che vengano avviati “urgentemente” i trasferimenti dei migranti. Ed ha espresso “grave preoccupazione” per una “situazione insostenibile, nonostante gli sforzi degli operatori”. Una situazione in cui si registrano “condizioni igieniche critiche” e “l’assistenza fornita è altamente al di sotto degli standard minimi”.

Ancora più preoccupato il presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo. “C’è il rischio di un’epidemia – dice – mancano le condizioni igieniche e di sicurezza, c’è carenza di acqua potabile”. Insomma, “l’isola è in crisi”. E ieri sono arrivati ‘solo’ in 137.