Giappone, allarme cibo Oms: “La situazione è grave”

OSAKA – L’ Organizzazione mondiale per la sanità (Oms) ha lanciato ieri un allarme sulla contaminazione radioattiva del cibo prodotto nei pressi della centrale nucleare giapponese di Fukushima, gravemente danneggiata dal terremoto e dallo tsunami che l’11 marzo hanno colpito il Giappone nordorientale.
Il portavoce regionale dell’Oms Peter Cordingley, da Manila, ha affermato che “è abbastanza chiaro che si tratta di una situazione grave”. “È molto più serio di quanto tutti avevano pensato in un primo momento, quando credevamo che questo tipo di problema fosse limitato entro 20 – 30 km (dalla centrale), ora è lecito supporre che prodotti contaminati siano usciti dalla zona a rischio”, ha aggiunto.


Mentre i tecnici continuano a combattere contro il tempo per evitare la fusione dei reattori surriscaldati della centrale, il governo di Tokyo ha ordinato a quattro prefetture di sospendere la distribuzione di latte e di spinaci. Inoltre, ha raccomandato ai residenti dell’“area di esclusione” nel raggio di 30 km dalla centrale di non bere l’acqua corrente, nella quale sono stati riscontrati alti livelli di iodio radioattivo.
Il portavoce governativo Yukio Edano, annunciando la decisione in una conferenza stampa, ha sottolineato che si tratta di “una misura precauzionale” e che i livelli di contaminazione rilevati, pur superiori alla norma, “non presentano pericoli immediati per chi li consumi”.


Secondo il quotidiano Yomuri Shimbun le rilevazioni del ministero della sanità di Tokyo hanno portato a scoprire una presenza di cinque volte superiore a quella massima consentita nel latte di mucca prodotto da una fattoria che sia trova a 47 km dalla centrale di Fukushima.


Nella “grande Tokyo”, la metropoli di 35 milioni di abitanti 240 km a sud della centrale, non sono stati denunciati casi di contaminazione. La capitale è semivuota per l’effetto congiunto della paura e della Festa di primavera, che si è celebrata ieri, presa come occasione da molti residenti per allontanarsi dal pericolo affollando le città meridionali. L’Ambasciata americana ha “reso disponibile” ai suoi impiegati e alle loro famiglie pastiglie di potassio, che aiutano a combattere gli effetti delle radiazioni, precisando che si tratta di “una precauzione” indotta dalla circostanza che “c’è una situazione di abbondanza” delle pastiglie.
Cordingley, il portavoce dell’ Oms, ha precisato che “non ci sono indicazioni” che il cibo contaminato abbia raggiunto altri Paesi. Ciononostante, la Cina e la Corea del Sud hanno annunciato severi controlli sul cibo importato dal Giappone. A Taipei, capitale di Taiwan, un ristorante giapponese ha offre ai suoi clienti uno strumento per misurare la radioattività sul cibo che ordinano.


L’Oms ha precisato che il latte e i suoi derivati e i vegetali con foglie larghe sono particolarmente vulnerabili dalle radiazioni.