Odici e Fiegiv nell’occhio del ciclone: Sarà la Magistratura a dire l’ultima parola

CARACAS – Corsi fantasma tenuti in istituti inesistenti ma puntualmente finanziati dallo Stato italiano. Una truffa che apparentemente andava avanti da molto tempo. Anni fà, a seguito di un’inchiesta della ‘Voce’, se ne parlò molto e il caso assurse agli onori della cronaca anche in Italia e fu tema di una interpellanza parlamentare purtroppo rimasta senza seguito. Sospetti che sembrava dovessero restare tali, sepolti nell’indifferenza. Ma solo, fino a ieri. Insomma, fino a quando il nostro Consolato Generale d’Italia ha denunciato i responsabili alla Procura della Repubblica. Toccherà ora ai magistrati indagare, appurare tutta la verità e castigare i colpevoli, se ce ne sono.


– Tutta la faccenda è stata comunicata alla Procura della Repubblica. Ora, dipende dalla Magistratura. Prima di procedere abbiamo fatto i nostri accertamenti; abbiamo realizzato sopralluoghi a Porlamar. Francamente, le giustificazioni date non sono state assolutamente sufficienti. Così, abbiamo proceduto com’è prassi in questi casi -. Non è un argomento del quale piace parlare al nostro Console Generale, Giovanni Davoli. Sicuramente preferirebbe affrontare altri temi, magari i problemi connessi all’assistenza per i connazionali bisognosi ai quali, nonostante i tagli sul capitolo di spesa destinato alle nostre comunità all’estero, poco a poco si stanno dando risposte adeguate; magari le difficoltà inerenti i servizi che offre il Consolato e le formule ideate per superarli o i tanti progetti in pentola. Invece… Anche così, e seppur parco di parole e prudente oltre i limiti, non elude l’argomento, nè dribbla le domande. Risponde in maniera diretta e schietta.


– Quali sono gli istituti e le organizzazioni coinvolte nel presunto “affaire”?


– Odici e Fiegiv – ci dice -. Sono istituzioni che fanno capo ad una stessa persona che è anche membro del Comites di Caracas: il signor Vitaliano Vita. A dir la verità, vi sono anche altre persone coinvolte, ma è l’unica con la quale siamo riusciti ad avere un contatto.


Spiega che è stata chiesta la restituzione dei contributi che Odici e Fiegiv hanno ricevuto dallo Stato italiano e precisa che comunque vi sarà un seguito di carattere penale.


– Da quanto tempo andrebbe avanti questo “affaire” che coinvolgerebbe Odici e Fiegiv?


– Non lo so – risponde -. Posso solo dire che è stata chiesta la restituzione del denaro dal 2009. Non so se ciò accadeva ancora prima, ma dal 2009 sicuramente sì.


– Avete il sospetto che questi brogli avvenissero anche prima? Noi della ‘Voce’ li denunciammo molti anni fa e, come lei sicuramente saprà, l’argomento fu tema di una interpellanza parlamentare dopo essere rimbalzato sulle pagine del Corriere della Sera.


– E’ possibile – ammette -. Ma non sono in grado di dirlo; non posso accertarlo.


Il Console Generale, Giovanni Davoli, è in Venezuela solo dal 2009, consideriamo logico, quindi, che possa riferirsi solo alla sua gestione amministrativa. Ma è una ipotesi che smentisce immediatamente appena gli viene esposta:


– No! Non è così… Forse nel 2008 gli istituti effettivamente c’erano. E’ difficile spulciare nel passato, andare indietro nel tempo.


– Il signor Vita è membro del Comites, potrà continuare ad esserlo?


– E’ un problema del Comites – sostiene per poi informare che quello dei corsi fantasma non è l’unica irregolarità in cui sarebbe incorso il signor Vita.


– Questa persona – commenta – davanti a casa sua, al suo ingresso, ha una targa con scritto: Corrispondenza Consolare d’Italia. Non mi sembra serio. E gliel’ho detto. Il nostro corrispondente consolare è l’avvocato Piero D’Eliseo. Fa un ottimo lavoro. Così si crea soltanto confusione. Quella del signor Vita è una attribuzione indebita di titolo. Ho la fotografia di questa targa.


Il Console Generale Davoli, forse per eccesso di prudenza, sorvola sul fatto che anche di questo è stata messa al corrente la Procura della Repubblica e anche su questo probabilmente indagherà la magistratura.


– Non sarà forse che il signor Vita in passato è stato corrispondente consolare e, per distrazione, ha dimenticato di togliere questa targa?


Sorride e precisa:


– Può darsi che in passato lo sia stato. Oggi di sicuro non lo è. E’ un dato di fatto. Dovrei spulciare negli atti del Consolato e forse non troverei niente…


Indugia, poi prosegue:


– Questo, comunque, non vuol dire nulla. Io sono stato console in Sudafrica. Oggi non lo sono più. Sono Console Generale in Venezuela. Non ho una targa per ogni incarico che mi è stato assegnato. Insomma, una cosa alla volta…




L’assistenza ai connazionali


CARACAS – Prima le medicine gratuite poi la convenzione con le cliniche. Due obiettivi importanti raggiunti – come tiene a precisare il Console Davoli – “con la collaborazione degli esponenti della Collettività”; mete che permetteranno di garantire l’assistenza ai nostri pionieri meno fortunati. Ma il Console Generale Davoli non è ancora soddisfatto. Ci spiega il perchè:


– Per il momento, il connazionale che ha bisogno del nostro aiuto deve presentarsi al nostro Consolato o agli uffici consolari. Se non può farlo personalmente, deve inviare un’altra persona a suo nome. Devono spiegarci il problema, presentare i certificati medici per avere l’autorizzazione al ricovero presso una clinica di loro convenienza.


Una procedura che può diventare complicata nel caso in cui, come commenta il Console Davoli “ci fossero casi urgenti che richiedono il ricovero immediato”: una caduta, un incidente o, visto anche l’età dei nostri pionieri, un infarto.


– Mi rendo conto che si possono verificare queste circostanze – ammette -. Ne siamo coscienti. E stiamo studiando una soluzione. Ho già in mente qualcosa ma preferisco non dir nulla per il momento. Quando sarà opportuno, farò un comunicato. Informerò la comunità. Queste iniziative assistenziali per i più bisognosi – aggiunge – dovevano iniziare il primo gennaio. Non è stato possibile firmare i contratti perchè non conoscevamo l’entità del denaro che ci sarebbe stato assegnato dall’Italia. Insomma, del nostro budget. Sono convinto che se riusciamo a fare bene le cose, se ci organizziamo e non spendiamo troppi soldi, potremo assistere tutti com’è nostro desiderio. Questo potrebbe essere un sistema anche migliore di quello delle polizze-Rescarven. Forse riusciremo ad aiutare più persone. I conti li faremo a fine anno.



Chiude la scuola paritaria


“Bolívar e Garibaldi”


CARACAS – Se ne torna a parlare. Ma questa volta la decisione è definitiva. La proprietà dell’istituto scolastico “Bolìvar e Garibaldi” ha deciso di chiudere la scuola paritaria; una decisione che diventerà effettiva a giugno. E’ stato comunicato ai genitori degli alunni con una circolare. Poche parole, quelle strettamente necessarie per porre fine ad una polemica che si è trascinata per mesi e che ha visto, in trincee opposte, la proprietà dell’istituto scolastico ed i genitori degli alunni.


– E’ una decisione della proprietà della scuola – commenta il Console Generale Davoli -. Ed è stata presa in piena autonomia. In questa occasione, non posso intervenire. La comunicazione, a differenza di quanto avvenuto in precedenza, è stata fatta nei tempi dovuti e rispettando la forma.


Spiega che la scuola, pur avendo preso un impegno preciso con lo Stato italiano, può decidere di cessare le attività, vuoi per motivi di carattere economico vuoi per ragioni di altra indole. Deve comunque comunicarlo con tempo.

– A questo punto – prosegue – l’unica cosa che si poteva fare, e che abbiamo fatto, era favorire il reinserimento dei giovani nell’unica scuola italiana paritaria: l’ “Agustín Codazzi”. C’è stata una riunione tra Consolato, genitori e rappresentanti della scuola. L’istituto scolastico, in termini didattici, offre facilità per aiutare gli alunni. E, almeno il primo anno,
– E’ stata di vario tipo – spiega -. Comunque, per molti è stato un colpo. Speravano di ottenere un risultato positivo con la “Bolívar e Garibaldi”; che la scuola potesse assicurare un futuro ai loro figlioli.

– Invece sono prevalse ragioni economiche ed ora questi giovani studenti passeranno da un istituto tecnico ad un liceo. Sono scuole assai diverse, con programmi distinti. Come integrarli alla nuova realtà? Che si farà per evitare l’eventuale perdita di un anno scolastico? C’è la possibilità di corsi ‘ad hoc’?
– E’ prematuro parlare di corsi ‘ad hoc’ – stoppa il Console Generale -. D’altronde il problema del passaggio si presenta solo per gli studenti dell’istituto tecnico e non per quelli delle elementari e delle medie.Gli studenti dell’istituto tecnico della scuola “Bolívar e Garibaldi” sono in tutto 27, spalmati in quattro classi. Sommando, però, anche gli scolari delle elementari e gli studenti delle medie, sono più di 90 ragazzi.

– Un buon numero – ci dice il Console Generale -, ma la maggioranza, più del 60 per cento, non avranno grossi problemi di inserimento. Sono studenti di elementari e medie. Il resto, quelli dell’istituto tecnico, possono avere la certezza che, nel caso decidessero di continuare il percorso scolastico nella scuola “Agustín Codazzi”, avranno tutto l’aiuto nostro e della scuola.

Tradito nella buona fede

CARACAS – Ne abbiamo dato notizia recentemente. Nel corso di una assemblea, Odici e Fiegiv hanno nominato presidente della loro Giunta Direttiva, il signor Guido Lisi, connazionale assai conosciuto e apprezzato nell’ambito della nostra comunità.

Ma il signor Lisi è stato in carica solo pochi giorni. Infatti, appena venuto a conoscenza dei presunti imbrogli fatti da Vitaliano Vita ha presentato la lettera di dimissioni, dicendosi indignato per quanto accaduto ed estraneo a tutta la vicenda.