A rischio Maserati all’ex Bertone

TORINO – L’investimento da 500 milioni di euro per produrre un modello Maserati nella ex Carrozzeria Bertone, fabbrica feudo della Fiom, è a rischio. La Fiat vuole che anche in questo caso si applichi il contratto già previsto per Mirafiori, ma i metalmeccanici Cgil dicono no. Prima di arrivare all’interruzione del confronto, l’azienda ha confermato tutte le condizioni per realizzare l’investimento. Circa sei ore di esposizione e una sola di discussione prima di arrivare alla conclusione che al momento non esistono le condizioni per andare avanti.


La Fiom, che aveva presentato un documento con le richieste delle Rsu, si è riservata una riflessione con i delegati che convocherà nei prossimi giorni. Quindi, perchè il confronto riprenda dovrà essere la Fiom stessa, che nella fabbrica conta 700 iscritti su 1.095 lavoratori e il 64% dei delegati, a dare qualche segnale di apertura all’azienda.


– Il governo – afferma il ministro al Lavoro, Maurizio Sacconi – segue con attenzione la situazione, auspicando che che gli ulteriori approfondimenti con le Rsu possano condurre a un’intesa unanime. Sarebbe davvero colpevole perdere un’opportunità decisiva per lo stabilimento e per il territorio.


Dal canto suo, Giorgio Airaudo, responsabile auto della Fiom nazionale, sostiene che ‘’bisognerebbe che alla Fiat non prevalessero gli estremismi perchè è possibile raggiungere un’intesa tenendo conto delle richieste dei lavoratori’’.


Favorevoli a un accordo che ricalchi quello di Mirafiori tutti gli altri sindacati, per i quali ‘’l’investimento è un’occasione da non perdere’’. La Uilm proporrà a Fim e Fismic di raccogliere le firme dei lavoratori per avere il mandato a firmare l’intesa sulla base di quanto proposto dalla Fiat.
– Se un domani i 1.100 lavoratori si troveranno senza un lavoro – afferma Vincenzo Aragona, segretario della Fismic piemontese – dovranno dire grazie alla Fiom.


Per il segretario generale della Fim torinese, Claudio Chiarle, ‘’i metalmeccanici Cgil dimostrano ancora una volta di non essere in grado di governare e concludere una vertenza’’.