Nuovi sbarchi sull’isola

PALERMO – Ancora sbarchi a Lampedusa (Agrigento). In 127 migranti sono arrivati nella notte di ieri sulla più grande delle Pelagie. Viaggiavano a bordo di due carrette del mare soccorse dalla Guardia di finanza. Un’altra imbarcazione con 164 persone è arrivata invece ieri mattina.


Con gli ultimi arrivi supera quota 5mila il numero di immigrati presenti a Lampedusa ma si sta mettendo in moto la macchina dei trasferimenti. Intanto la nave San Marco della Marina militare, è salpata dal porto di Augusta (Siracusa) alla volta di Lampedusa. La San Marco ha imbarcato bagni chimici, coperte e viveri. Una volta giunta a Lampedusa, prenderà a bordo 5-600 persone tra gli immigrati giunti in queste settimane sulle coste dell’isola, che saranno successivamente trasferiti presso altre strutture di accoglienza italiane.
E dopo l’allarme del sindaco dell’isola che aveva paventato il rischio di epidemie per carenza di acqua e l’alta concentrazione di migranti, il ministro della Salute Ferruccio Fazio rassicura:
– Non c’è nessun rischio immediato per la salute né di particolari epidemie, ma siamo pronti al coordinamento europeo.


Nel frattempo sull’isola si appronta un piano per raddoppiare gli elicotteri per le emergenze, potenziare il numero dei medici e degli operatori sanitari. E ancora: allestire una squadra di psicologi e implementare i servizi di sanificazione ambientale dell’isola, anticipa l’assessore alla Sanità Massimo Russo.
– In concerto con il presidente della Regione Raffaele Lombardo – spiega Russo – stiamo mettendo a punto una serie di iniziative, soprattutto in campo sanitario. Ad esempio abbiamo già stabilito delle linee guida per affrontare al meglio i casi di emergenza quali le nascite.


Il ‘Progetto Lampedusa’ prevede il potenziamento delle forze sanitarie in campo attualmente sull’isola.
Il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano ha smentito per ora il timore di un’ondata di arrivi dalla Libia precisando che la maggior parte del flusso di profughi che giungono a Lampedusa è di origine tunisina.
– Si tratta di persone che non fuggono dalle persecuzioni – ha dichiarato ospite della ‘Telefonata’ su Canale 5 – ma che approfittano della carenza dei controlli di sicurezza in conseguenza della caduta degli accordi di polizia. Quando le tensioni del conflitto in Libia si allenteranno, ci sarà un afflusso ancora più massiccio