Immigrazione, Maroni: «Sì delle regioni al piano redistribuzione»

ROMA – Patto ”nel nome della solidarieta” tra il ministro dell’Interno Roberto Maroni e Regioni, Province e Comuni. Se dalla Libia dovessero arrivare flussi massicci di profughi, i governatori si impegnano ad accoglierne fino a 50milai. Le regioni più popolose avranno un ruolo maggiore: il principio è quello di assegnare 1.000 profughi ogni milione di abitanti. Quanto all’emergenza immediata di Lampedusa, è saltato il viaggio di Maroni a Tunisi per negoziare un accordo anti-sbarchi.


— Piano Maroni per profughi — Il ministro ha convocato al Viminale – insieme al capo della polizia, Antonio Manganelli ed al commissario straordinario per l’emergenza, Giuseppe Caruso – i presidenti di Regioni, Upi ed Anci per chiedere l’adesione ad un piano di emergenza che prevede la distribuzione in tutto il paese di 50mila profughi, ”una previsione che purtroppo temiamo essere molto realistica”. Il piano sarà messo a punto e consegnato nei prossimi giorni a governatori e sindaci.
– Tutti i territori – ha sottolineato – devono sentirsi coinvolti.


Lo smistamento degli eventuali migranti, ha informato, ”avverrà in base al numero di abitanti per regione, ma ci saranno dei correttivi: le regioni che hanno già una forte pressione migratoria (Sicilia, Calabria e Puglia), l’Abruzzo, che ha avuto il terremoto e altre che ospitano già un numero elevato di centri per migranti, saranno salvaguardate”. Le risorse finanziarie arriveranno dal fondo della Protezione civile rifinanziato ieri dal Consiglio dei ministri.


— Ok dalle Regioni, ma no ai clandestini — Dalle Regioni è arrivato l’ok al piano, con alcune sottolineature da parte dei Governatori leghisti Luca Zaia (Veneto) e Roberto Cota (Piemonte). Si parla, ha ricordato Cota, ”soltanto di profughi libici, che al momento sono zero”, mentre per l’accoglienza dei tunisini ”sono già in funzione i Cie che hanno una loro capacità ricettiva”
Sulla stessa linea Zaia, che ha sostenuto la ”assoluta indisponibilità del Veneto ad accogliere i clandestini che stiamo vedendo in queste ore a Lampedusa”.


Da parte sua, Roberto Formigoni, ha assicurato che ”la Lombardia è pronta a fare la sua parte, come ha sempre fatto: valuteremo nei prossimi giorni la disponibilità che possiamo avere, facendo tesoro del lavoro già fatto dai prefetti, ma anche gli altri Paesi europei, a partire dai più zelanti nel condurre le operazioni militari in Libia, si facciano carico prontamente di questa accoglienza umanitaria”.


Renata Polverini ha detto che il Lazio potrebbe mettere a disposizione anche strutture religiose, mentre Enrico Rossi ha indicato ”in 3.500-4.000 i profughi destinati alla Toscana per un periodo massimo di sei mesi”. Raffaele Lombardo ha parlato di 5.000 profughi per la Sicilia. Un ruolo importante potrà averlo la rete Sprar (Sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati), che, ha osservato Maroni, ”potrà accogliere fino ad un decimo” dei 50mila paventati e che costituisce ”un’eccellenza italiana”.


— Salta il viaggio del ministro in Tunisia — Quanto a Lampedusa, il ministro ha ricordato che quasi tutti i 15mila migranti sbarcati ”sono clandestini, ma nei centri sparsi sul territorio, tutti sovraoccupati, sono già stati spostati 10mila tunisini”.


– Stiamo cercando altre strutture, ma è un’operazione che richiede un po’ di tempo anche perchè la concentrazione di sbarchi, in così poche settimane, non ha precedenti – Maroni era atteso oggi a Tunisi per cercare con le autorità del Paese nordafricano un’intesa allo scopo di rafforzare i controlli ed evitare le continue partenze di questi giorni. Ma il viaggio è stato rimandato.