Nuove scosse in Giappone, da Fukushima ‘nube’ verso l’Europa

ROMA – Proseguono in Giappone le scosse telluriche, a 11 giorni dal devastante sisma-tsunami di magnitudo 9 dell’11 marzo che ha distrutto il nordest del Paese. Oltre al terrore che viene dalla Terra continua l’allerta radioattività sui cibi e nell’acqua. Mentre la “nube” radioattiva potrebbe raggiungere già da domani l’Europa, per prima la Francia, con concentrazioni di agenti contaminanti ritenute dalle autorità d’Oltralpe “non preoccupanti”.

L’Agenzia meteorologica nipponica ha stimato che vi sia un 20% di possibilità che nei prossimi tre giorni possa verificarsi un terremoto di magnitudo superiore a 7. Si tratta di una correzione al ribasso, perché una precedente stima valutava la possibilità nel 30 per cento.

Intanto il personale della centrale di Fukushima ha ripreso a lavorare per cercare di ristabilire i sistemi di raffreddamento dell’impianto, dopo essere stato fatto evacuare per la comparsa di fumo dai reattori 2 e 3. E salgono al contempo i livelli di radioattività sia nel mare che negli alimenti. Radioattovità si segnala nell’acqua di mare attorno alla centrale e negli alimenti. Le concentrazioni di iodio 131 e di cesio 134 riscontrate nell’acqua marina nella zona vicina l’impiante erano ieri sera rispettivamente 126,7 volte e 24,8 volte più elevate rispetto al livello massimo stabilito dal governo nipponico.

E anche il fatto che sia stata rilevata la presenza di tracce di radioattività su prodotti alimentari giapponesi mostra che la situazione è “più grave” di quanto s’era originariamente pensato, ha detto il portavoce dell’ufficio regionale per il Pacifico occidentale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Peter Cordingley.

A Fukushima nuove fughe di vapore erano visibili anche ieri, secondo i mass media, ma un responsabile dell’agenzia che gestisce l’impianto, Tokyo Electric Power (Tepco), ha dichiarato che il vapore non dovrebbe complicare i lavori. Il raffreddamento dei reattori con l’aiuto dei cannoni ad acqua non è però ripartito, ha precisato l’azienda.

I tecnici sono riusciti a ripristinare l’alimentazione elettrica della centrale collegando ad una linea esterna tutti i reattori, ma non hanno ancora rimesso in funzione le attrezzature, in particolare i sistemi di raffreddamento, essenziali per evitare una fusione del combustibile nucleare.

Lunedì, fumo grigio era fuoruscito dal reattore 3, allarmando le autorità. Si tratta del reattore che ha subito i maggiori danni causati dal sisma e dallo tsunami dell’11 marzo scorso.