Dalla Champions League alla lotta per la salvezza

GENOVA – Due strade da percorrere e un unico comun denominatore: la sofferenza. La prima potrebbe essere quella di andare in ginocchio fino a Santiago di Compostela e chiedere la grazia, considerando il gioco e i risultati delle ultime uscite; la seconda rendersi conto che per evitare quel bagno di sangue economico e di prestigio che rappresenterebbe la Serie B, la Sampdoria deve diventare squadra e smettere di tirare a campare.

Dopo l’ennesima sconfitta consecutiva e una contabilità da fallimento (8 punti in 15 partite, 7 reti subite nelle ultime 4 gare e due fatte) anche i tifosi più gentili del campionato hanno cominciato a digrignare i denti. Ed è inutile pensare di dare la colpa alla iella che ha mandato all’ospedale Pozzi, Palombo e Lucchini e che ha fatto infortunare Guberti, ovvero gli unici giocatori solidi che ha la Samp. Dopo l’ennesima sconfitta col Parma (0-1 a Marassi con tanto di rigore sbagliato da Maccarone) è il momento di fare i conti e di capire che il saldo è decisamente in rosso. Stagione amara, iniziata con l’uscita dalla Champions ai preliminari. Figlia di un mercato disastroso (dal caso Cassano alla svendita di Pazzini, passando per gli acquisti in saldo che potevano essere evitati), con l’esonero di Di Carlo, troppo buono per il ruolo che aveva, e l’arrivo di Cavasin, la squadra blucerchiata deve ricostruire il gruppo. Impossibile pensare di salvarsi se, come domenica, 10 giocatori scendono in campo come se fossero improvvisamente scappati di casa. Vero, manca Palombo, ma anche questo è un alibi: Poli ha fatto l’impossibile, è stato il migliore in campo, si è spremuto come un limone e Cavasin ha pensato di toglierlo e sostituirlo con Biabiany, velocissimo ma ancora acerbo e soprattutto non adatto al gioco aereo.

Male, malissimo: Poli avrebbe potuto fare la differenza.
La Samp è prigioniera di se stessa, ma può ancora salvarsi se riesce a fare gruppo e a non avere paura.
La pausa per gli impegni della Nazionale dovrebbe portare riflessione se non ‘mea culpa’, e restituire alla squadra Palombo, vitale per il centrocampo, Lucchini, fondamentale con Gastaldello per la difesa, ma soprattutto Pozzi, l’unica vera punta rimasta. Con Pozzi anche Maccarone potrebbe ritrovare un senso della vita, oltre che quello del gol. Così, la Samp potrebbe pensare di costruirsi la ciambella di salvataggio contro il Chievo, a Verona, e con il Lecce a Marassi (entrambi scontri diretti) e vedere come va a Bari e con il Brescia in casa. Milan, Genoa e Roma, invece, se le dovrà dimenticare. E se la squadra dovesse salvarsi la società dovrà ringraziare il cielo di aver evitato il massacro da un punto di vista economico, visto che ha tutti contratti da serie A e che la serie B significa perdere 30 milioni di euro di contributi tv. Ma, soprattutto, dovrà pensare a ricostruire la squadra, perché adesso in campo ci sono solo macerie.