Libia, Napolitano: «Comando Nato è la soluzione»

ROMA – Il comando delle operazioni in Libia affidato alla Nato «rappresenta la soluzione di gran lunga più appropriata». Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel corso dell’incontro avuto oggi al Quirinale con l’ex speaker della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, ricevuta insieme ad una delegazione bipartisan della stessa Camera dei Rappresentanti e all’ambasciatore Usa in Italia David Thorne.

Napolitano ha ribadito «l’esigenza imprescindibile sostenuta dall’Italia, in piena sintonia con Stati Uniti, Regno Unito ed altri alleati, di un comando unificato». Pelosi ha messo in evidenza «la funzione cruciale che spetta all’Italia nell’attuazione della risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: posizione risultata pienamente condivisa dal membro del Congresso John Mica, rappresentante della maggioranza repubblicana, e dagli altri componenti della delegazione».

L’intervento in corso in Libia, ha aggiunto Napolitano, «al quale l’Italia partecipa a pieno titolo, si fonda sulle prescrizioni del capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite volte a garantire risposte anche militari ad ogni violazione o minaccia per la pace e la sicurezza internazionale». Il capo dello Stato, nell’auspicare «il massimo di chiarezza, coerenza ed efficacia nello sviluppo dell’azione decisa verso la Libia», ha richiamato le conclusioni del Consiglio Supremo di Difesa dello scorso 9 marzo.

Sulla stessa linea il ministro degli Esteri, Franco Frattini: «chiediamo un comando unificato della Nato». Il titolare delal Farnesina spiega che «nella primissima fase abbiamo privilegiato la rapidita’ dell’azione e quindi abbiamo accettato che vi fossero tre comandi diversi». «Era indispensabile» che la missione partisse prima che fosse « troppo tardi», ha proseguito il capo della diplomazia italiana, «ma ora è tempo di tornare alle regole». Regole che, ha aggiunto «dicono coordinamento unico, condivisione delle responsabilita’».

La richiesta dell’Italia però non piace a Parigi: – L’efficacia delle operazioni non è contestabile – ha proseguito -. Mi pare che fino a questo momento non ci siano stati aerei della coalizione che si sono scontrati tra loro.

In ogni caso, ha aggiunto la portavoce, «la priorità è l’attuazione della risoluzione 1973 delle Nazioni Unite» per uno stop delle violenze in Libia.
– E per il momento – ha aggiunto – mi pare che su questo la missione sia efficace.

La Francia, tramite il ministro degli Esteri Alain Juppè, ha proposto oggi ai Paesi alleati nell’intervento contro la Libia la creazione di una «cabina di regia politica» delle operazioni militari al livello dei ministri degli esteri.
La situazione in Libia, la questione della catena di comando della missione e il ruolo della Nato saranno i temi in discussione da domani in Parlamento. Il governo riferirà domani pomeriggio sulla crisi libica al Senato, dove si aprirà anche il dibattito. Si passerà poi alla Camera, giovedì mattina, in un dibattito che prevede la presentazione e il voto sulle risoluzioni. Durante la conferenza dei capigruppo a Montecitorio l’opposizione ha chiesto la presenza in aula del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, presenza ritenuta «opportuna» anche dal presidente della Camera Gianfranco Fini. L’Idv, ha riferito il vice capogruppo Antonio Borghesi, ha chiesto la diretta televisiva del dibattito «ma la maggioranza e l’Udc mi sono sembrati dubbiosi». Fabrizio Cicchitto conferma:
– Non ci sembra opportuno. Che facciamo stiamo sempre in diretta tv?

Il Pd, invece, ha sottolineato la necessaria presenza in aula di Berlusconi.
– Non è solo la situazione in Libia a richiederlo, ma è la condizione particolare in cui si è cacciato il governo italiano, con tutte le posizioni contraddittorie che ha finito per assumere. C’è un ministro della Difesa che ha una sua linea, il ministro degli Esteri che ha un approccio diverso, Berlusconi che ieri sera si è dichiarato addolorato per Gheddafi. Quindi -ha concluso il vice capogruppo Michele Ventura- ci sembra necessario che sia il presidente del Consiglio a dover fare una sintesi.

Il governo è però compatto sulla richiesta di comando Nato.
– Abbiamo confermato la nostra disponibilità a riferire in Parlamento sulla nostra richiesta di comando Nato, su cui rimaniamo fermi – ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa lasciando Palazzo Madama dopo la riunione sulla crisi libica al gruppo Pdl a cui ha partecipato anche la Lega. Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, afferma che «anche alla luce degli interventi di autorevoli parlamentari alla recente riunione congiunta delle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato crediamo che la rivendicazione del coordinamento Nato sia comune non solo al governo ma anche all’opposizione. Infatti -conclude il capogruppo del Pdl- Massimo D’Alema si era pronunciato in modo assai chiaro e argomentato su quel punto».

Sulla stessa linea il leader del Pid Saverio Romano:
– Stiamo lavorando per una mozione unitaria che sia condivisa da tutta la maggioranza. In particolare, io sono per un confronto in maniera piu’ convincente con le opposizioni. Siamo al lavoro da due giorni con la Lega e il Pdl per preparare una mozione sulla Libia da portare in Aula e possiamo dire che siamo a buon punto. Io sono convinto -assicura- che c’è ancora spazio per la pace e per un’attività diplomatica che eviti il conflitto. Ieri le parole di Bersani al tg1 erano in linea con quello che dico io. Ogni polemica, in questo momento, va riposta nel cassetto. Anzi bisogna coinvolgere l’opposizione in un frangente tanto delicato’’.
A chi gli chiede un commento sulle parole di Silvo Berlusconi, che ha detto di essere dispiaciuto per la sorte di Gheddafi, Romano replica:
– Non ho sentito questa dichiarazione, ma a me sta a cuore la sorte del popolo libico.

L’opposizione si mostra disponibile al confronto ma critica duramente il premier Silvio Berlusconi che ieri si è detto dispiaciuto per le sorti di Gheddafi.
– L’indecorosa nostalgia di Berlusconi aggiunge una nota di confusione, discredito, nella posizione del governo italiano che appare illeggibile agli occhi dell’Europa e del mondo – attacca Pierluigi Bersani -. Mi auguro che la discussione parlamentare riesca a ristabilire un filo logico che si sta perdendo dentro il governo e la maggioranza che non hanno la barra della situazione e stanno dando la peggior prova’’, ha aggiunto il leader del Pd. Per questo c’è preoccupazione perchè viene svilito il volto dell’Italia su grandi questioni che dovrebbero vederci come intelligenti protagonisti – ha concluso Bersani.

Critiche all’esecutivo anche da Antonio Di Pietro.
– Il governo Berlusconi, dopo aver fatto da lustrascarpe a Mubarak, Ben Ali e Gheddafi, adesso fa da paggetto ai partner internazionali che vanno oltre le direttive dell’Onu. Per questo motivo, noi dell’Italia dei Valori chiediamo che il governo venga in Parlamento a riferire su che cosa si sta facendo e su come dobbiamo operare all’interno delle decisioni dell’Onu, senza andare oltre i limiti del mandato.

Interviene poi il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini.
– Affronteremo con senso dello Stato il dibattito parlamentare di domani, ma una cosa deve essere chiara: siamo addolorati per le migliaia di donne e di uomini assassinati da Gheddafi e dai suoi scherani, non certo per la sorte del leader libico. Tra il carnefice e le vittime non abbiamo dubbi da che parte stare.
Secondo Casini, Silvio Berlusconi deve «venire in Parlamento a spiegare la posizione del paese». Il leader dell’Udc spiega:
– Anche noi siamo addolorati e non per Gheddafi ma per i tanti civili caduti a causa del tiranno.

Casini chiede al governo più «serietà». Con riferimento alle molte interviste rilasciate sulla missione in corso, Casini rimarca che «solo in Italia può succedere una cosa del genere», dal momento che «chi ha la responsabilità delle operazioni sta in televisione, non dietro le scrivanie. E’ una cosa molto preoccupante».