Stop a incroci stampa-tv

ROMA – Dopo mille polemiche si chiude, almeno fino alla fine dell’anno prossimo, la partita sul divieto di incroci stampa-tv che chiama in causa gli interessi dei grandi gruppi televisivi ed editoriali. Il Consiglio dei ministri ha dato via libera alla proroga con decreto fino appunto al 31 dicembre 2012. Il governo ha risposto alle sollecitazioni venute nell’ultimo mese dall’Antitrust e dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Il termine precedente era stato fissato al 31 marzo prossimo con il milleproroghe, scatenando nell’opposizione il sospetto che da aprile Mediaset potesse tentare la scalata al Corriere della Sera.

– Meglio tardi che mai – è il commento che giunge ora dal senatore del Pd, Vincenzo Vita. Secondo quanto si apprende, il decreto conterrebbe una mera proroga del divieto, senza modifiche quindi rispetto alla legge Gasparri, secondo la quale i soggetti che possiedono più di una rete televisiva non possono acquisire partecipazioni in imprese editrici di quotidiani. Non sarebbe stato riproposto quindi l’emendamento al milleproroghe approvato in Commissione Bilancio e Affari Costituzionali del Senato, che introduceva due nuovi criteri fino al 31 dicembre 2012: nessuna televisione, con ricavi superiori all’8% del Sistema integrato delle comunicazioni o al 40% del settore delle comunicazioni elettroniche, poteva acquisire giornali.

L’emendamento, che secondo l’opposizione metteva un freno alle mire di Sky sul mondo editoriale, è stato poi superato con la presentazione del maximendamento governativo che ha portato definitivamente il termine previsto dal milleproroghe al 31 marzo prossimo.

E oggi l’Agcom ha delineato un quadro del mondo dei media italiano. Il Sistema integrato delle comunicazioni, previsto dalla legge Gasparri, nel 2009 si è attestato sui 23 miliardi di euro, con un calo del 5,2% rispetto al 2008. L’area radiotelevisiva rappresenta, con il 40,4%, in comparto più redditizio. Segue la stampa, quotidiana e periodica, con il 28.5%. Nessuno dei soggetti che operano nel Sic ha superato il limite dei ricavi del 20% del totale stabilito dalla legge. Le imprese che fanno riferimento al gruppo Fininvest (Mediaset, che è all’11.40% e Arnoldo Mondadori Editore) raggiungono il 13,34%, seguite da Rai con l’11.80% e dal gruppo News Corporation con l’11,58% (Sky Italia all’11,32% e Fox International Channels Italy). Seguono poi, con una quota di gran lunga inferiore, Rcs Mediagroup (4.12%), il Gruppo L’Espresso (3.68%) e Seat Pagine Gialle (3.67%).