Lampedusa, nasce bimbo su un barcone. Soldi per chi rimpatria ma la Lega dice no

PALERMO – Si aggrava di ora in ora la situazione umanitaria a Lampedusa. Anche in queste ore nuovi barconi carichi di migranti in fuga dal Nord Africa stanno raggiungendo le coste dell’isola.


– Aiutateci, abbiamo paura di morire. Non potremo resistere un solo giorno in più in queste condizioni – E’ l’accorato appello lanciato nel pomeriggio da Samuel, uno degli eritrei a bordo di un barcone con 330 persone a bordo, poi soccorso dalle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza.


Sulla carretta del mare, salpata quattro giorni fa da Misurata dove viaggiavano senza cibo né acqua anche 26 donne e dieci bambini tra i 20 mesi ai 7 anni, una giovane ha partorito assistita dai medici del Corpo di soccorso dell’Ordine di Malta, che 24 ore su 24 prestano servizio sulle motovedette. Mamma, papà e bambino sono stati subito trasferiti in elicottero sull’isola.


Ma i soccorsi hanno impegnato la Capitaneria di porto per l’intera giornata. Cinque sono state le operazioni in cui i militari hanno tratto in salvo303 persone.


Negli ultimi 25 giorni, sono 13.500 gli immigrati dal Nord Africa soccorsi nel tratto di mare tra Tunisia e Sicilia.


All’alba sull’isola è arrivata la prima nave cisterna inviata dalla Regione siciliana, con a bordo quasi 5.000 metri cubi di acqua potabile per fare fronte alla crisi idrica.


Ha lasciato intanto Lampedusa la nave San Marco con a bordo 500 tunisini. La nave militare è salpata intorno alla mezzanotte per raggiungere Taranto. E’ previsto invece per domani l’arrivo a Lampedusa della nave traghetto ‘Catania’ di Grimaldi Lines di Napoli che può trasportare circa 800 persone. Il ‘Catania’, partito da Livorno, dovrebbe arrivare nel primo pomeriggio. In questo modo si cerca di decongestionare l’isola dove sono accampati oltre 4.000 migranti.


Mentre almeno una ventina di immigrati sono fuggiti dal villaggio della solidarietà di Mineo, nel catanese dove erano stati trasferiti nei giorni scorsi da Lampedusa. Gli stranieri sono scappati praticando dei fori nelle reti o scavalcandole. Per tutti il sogno è quello di riuscire a raggiungere il nord o altri paesi europei.


Intanto scoppia la polemica nel governo dopo la proposta del ministro degli esteri Franco Frattini di mettere a disposizione una ‘dote’ di 2.000 – 2.500 dollari per ogni immigrato arrivato in Italia con i barconi provenienti dalla Tunisia che accetti volontariamente di rientrare nel suo paese. ‘


– Ma che pagare, io non gli darei niente, li caricherei e li porterei indietro – tuona Umberto Bossi sottolineando che non solo bisogna trattare i migranti da clandestini , ma che, se pure tornassero, l’obbligo del governo sarebbe quello di spedirli di nuovo nel loro paese.


Lo spalleggia Roberto Calderoli:


– Un’idea assurda, non so a chi possa essere venuta, tornerebbero tutti indietro per prendere altri 2.500 dollari.


La linea dura con gli immigrati tunisini trova un inaspettato alleato in Pierferdinando Casini. – Abbiamo sempre detto che i rifugiati, quelli che scappano dai paesi in guerra, vanno accolti – sottolinea il leader dell’Udc – I tunisini non mi pare invece siano a rischio e vanno rispediti al mittente.


Il leader della Lega boccia anche la proposta del Pd di un ministero dell’Immigrazione.


– Ci penso io e vedete che va tutto a posto – dice ai cronisti. In realtà l’uscita del Senatur, che ha parlato con il ministro dell’Interno Roberto Maroni, più che ad aprire uno scontro nel governo sembra volta a garantire l’elettorato del Carroccio che la Lega non mollerà su questo fronte.