Morales: “Davanti ai tribunali internazionali la richiesta di sbocco al mare”

LA PAZ – Progressi e fasi di stallo. Strette di mano e litigi. Questo ormai sembra essere il rapporto fra lo Stato boliviano e quello cileno. Causa dei rapporti altalenanti fra le due nazioni è lo sbocco al mare che la Bolivia richiede al Cile. Nei passati mesi sembrava che la situazione stesse volgendo a favore di La Paz. Poi le cose sono cambiate e il dialogo fra le parti è ripreso. Fino alla scorsa settimana quando il presidente Morales ha fatto sapere di voler portare il caso davanti ai tribunali internazionali.


La decisione non ha fatto sicuramente piacere a Santiago del Cile tanto che il presidente, Sebastian Piñera, ha definito le dichiarazioni di Morales “un serio ostacolo” per le relazioni bilaterali.


“Il dialogo e il litigio sono due azioni complementari perché entrambe avvengono nell’ambito della ragione e dei diritti storici” ha risposto il vicepresidente boliviano, Alvaro Garcia Linera.


Morales, però, sembra non voler sentire ragioni, e durante la “Giornata del Mare”, dove si commemora la perdita dello sbocco all’oceano avvenuta durante la guerra del Pacifico, ha ribadito la sua volontà di rivolgersi al tribunale internazionale per risolvere il problema. Dichiarazioni forti che potrebbero gettare al vento i cinque anni trascorsi a discutere del caso. “In nessun caso e in nessun momento – ha detto il vice presidente boliviano – la Bolivia chiuderà la porta al dialogo”, aggiungendo che il suo Paese ha studiato a fondo la possibilità legale di rivolgersi al tribunale.


Alla fine della Guerra del Pacifico (1879-1884) la Bolivia perse un’area di litorale di circa 120mila chilometri quadrati di territorio e 400 chilometri di coste. I cileni che occuparono la zona ottennero il controllo sulle riserve di guano e salnitro. Dall’inizio del Novecento la Bolivia ha cercato in tutti i modi di riprendersi la parte di costa antistante l’oceano Pacifico.