“Il Venezuela: uno dei paesi più italiani al mondo”

CARACAS – “Non avremmo fatto l’Unità d’Italia senza gli italiani all’estero” ha affermato ieri durante il rinfresco offerto dalla Casa d’Italia la presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo Silvia Bartolini.

Arrivata in Venezuela mercoledì, l’ex assessore di Bologna si è recata innanzitutto a Barquisimeto, poi a Valencia e infine a Caracas dove ha concluso la sua visita.

“Sono venuta per conoscere le associazioni emiliano-romagnole di questo paese – ha detto alla ‘Voce’ – e per organizzare una prossima missione”.

Domenica, dopo le tappe fuori dalla capitale, l’associazione degli Emiliano romagnoli di Caracas ha organizzato, in onore dell’ex consigliera comunale di Bologna Bartolini, una visita della casa di riposo Villa Pompei a San Antonio de los Altos dove, in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia, è stata apposta una targa commemorativa sulla statua di bronzo donata dai fondatori dell’associazione. In seguito alle 12 il Centro italiano venezolano ha offerto un brindisi di benvenuto a Bartolini a cui hanno partecipato circa quaranta membri dell’associazione, tra i quali molti bambini della nuova generazione.

Riguardo alle associazioni emiliano-romagnole in Venezuela, Bartolini ha sostenuto:
“Sono tre organizzazioni vive. Anche grazie alla mia visita, forse ne nascerà una nuova a Maracay – poi ha puntualizzato -. Noi, al contrario di altre regioni, non finanziamo né le sedi né le feste, ma unicamente i progetti presentati dalle associazioni che concorrono per dei bandi nel campo della cultura, del cinema, della pittura. L’obiettivo della Consulta, in applicazione di una legge del 2006, è spingere le organizzazioni a crescere nella qualità delle proposte lasciando alle spalle una stagione fatta di soli momenti associativi così da poter attirare nelle attività svolte anche i giovani”.

In progetto per marzo dell’anno prossimo vi è una grande manifestazione da svolgersi nelle tre città in cui hanno sede le associazioni. “Vorremmo portare in Venezuela la mostra ‘Architetti e ingegneri dell’Emilia-Romagna nel mondo’ che è già stata esposta a San Paolo, Ginevra, Bologna e a breve arriverà in Argentina e in Cile. Fra i progetti vi è anche quello di far suonare i brani di Giuseppe Verdi da dieci professionisti dell’Orchestra del Teatro Regio di Parma nell’ambito delle celebrazioni dell’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Oltre agli eventi culturali ed artistici vorremmo svolgere iniziative istituzionali insieme all’Istituto di commercio estero per la promozione degli imprenditori emiliano-romagnoli”.

La presidente della Consulta è rimasta inoltre colpita dai centri italo-venezolani che ha visitato a Caracas, Barquisimeto e Valencia: “Sono meravigliosi ed estremamente ben gestiti – ha aggiunto – La Casa d’Italia è la prima struttura fondata da emigranti in America latina e sicuramente – ha sottolineato – la più prestigiosa”.
Oltre a Bartolini, ieri durante il rinfresco sono intervenuti il presidente della Casa d’Italia Franco Lualdi, la presidente dell’associazione Emilia-Romagna di Caracas Marisa Vannini e la console di Caracas Jessica Cuppellini che ha posto l’accento sulla necessità che anche le Regioni, in particolare in un periodo di crisi come l’attuale, aiutino gli italiani emigrati all’estero.

Bartolini, nominata nel 2006 e riconfermata nel 2010, ha concluso ricordando che l’Emilia Romagna è oggi una delle regioni più ricche d’Europa anche grazie alle rimesse inviate durante decenni dagli emigranti sparsi in tutto il mondo. “Non si può dimenticare il debito di riconoscenza che gli emiliani hanno verso coloro che risiedono all’estero, per questo che la Regione ha deciso di affidar loro il ruolo di ambasciatori”.
“I connazionali in Venezuela e nel mondo hanno un orgoglio nazionale che molti italiani della penisola hanno perso – ha concluso – Al termine del mio viaggio mi sono convinta che il Venezuela è uno dei paesi più italiani al mondo e quindi è importante che le istituzioni italiane, sia le regioni, che le province che i comuni, diano maggiore attenzione alla collettività qui presente”.