Napolitano all’Onu: «Globalizzare la soluzione dei problemi»

ROMA – «Il mondo ha una chiara responsabilità nell’aiutare questa nuova alba a divenire realtà, ma anche nell’intervenire ovunque dittature, violenze e oscurantismo tentino di contrastare il nuovo. La Comunità internazionale deve fare propria la domanda di libertà, giustizia e più eque opportunità che sale da società così a lungo tenute sotto il giogo della violenza e dell’oppressione». Davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite il capo dello Stato Giorgio Napolitano non ha nascosto la «preoccupazione» di fronte «all’ondata di disordini che ha sconvolto molti Paesi in Nord Africa, Medio Oriente e nel Golfo, dove la popolazione è scesa in strada».

Forte il passaggio sulla Libia, con la condanna del regime di Gheddafi e della repressione contro la popolazione civile, e la difesa del diritto di ingerenza internazionale.

– Non potevamo assistere a quanto accadeva in Libia a braccia conserte, senza reagire alle molte vittime e alle distruzioni massicce inflitte dal leader libico alla sua stessa popolazione – ha detto -. Non potevamo stare a guardare. In Libia – ha proseguito – siamo impegnati a proteggere la popolazione civile e a far rispettare la carta delle Nazioni Unite, agendo nella piena legittimità internazionale conferita dalla risoluzione 1973. Stiamo applicando lo statuto dell’Onu, stiamo agendo sotto l’egida dell’Onu.

Ha poi manifestato preoccupazione rispetto la piega degli eventi.
– Nessuno – ha sottolineato – gradisce l’instabilità alla propria porta di casa. In alcuni casi tuttavia la stabilità era più fragile e precaria di quanto non apparisse, e noi stessi avremmo dovuto essere maggiormente consapevoli delle possibili conseguenze di forme autoritarie di governo e della corruzione diffusa nei circoli ristretti al potere.

In ogni caso, l’intervento in Libia «non significa pretendere di esportare uno specifico modello di democrazia ma promuovere e proteggere i diritti fondamentali, civili e politici, e le libertà religiose, come pre-condizione per l’autonoma realizzazione di sistemi democratici».

Nelle parole del capo dello Stato anche il dramma del popolo giapponese, colpito dal terremoto e dallo tsunami.

– E’ tempo che la comunità internazionale ricambi e restituisca la generosità che il Giappone non ha mai mancato di esprimere -ha detto Napolitano, manifestando la propria «solidarietà alla popolazione».
Il capo dello Stato dice anche:
– Abbiamo bisogno di più Europa. Con il Trattato di Lisbona abbiamo compiuto passi in avanti ma le circostanze attuali chiedono più integrazione. Per noi europei è una assoluta necessità. E nessuna marcia indietro sulla moneta unica. La solidità dell’Euro è fondamentale per la stabilità e il suo rafforzamento richiede più integrazione.

Napolitano ha anche ribadito la necessità di proseguire con le moratorie internazionali per la pena di morte. ‘’L’Italia è fiduciosa nel sostegno della società civile e nella crescente condivisione degli Stati membri circa l’abolizione della pena capitale’’. «La nostra contrarietà alla pena di morte – ha spiegato – scaturisce da una solida e antica convinzione sulla inviolabilità del diritto alla vita’’.

Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon si è rivolto al presidente della Repubblica prima che prendesse la parola definendolo una «figura storica dell’Italia del dopoguerra». Ban Ki Moon ricorda che il capo dello Stato «ha sempre sostenuto lo sviluppo del proprio paese attraverso la trasparenza e l’onestà», contribuendo a «rendere l’Italia quello che è oggi».