Rai: da Agcom ‘no’ allo stop dei talk-show

ROMA – Si accende la discussione in Commissione di Vigilanza Rai sulle regole per i talk show in campagna elettorale, mentre l’Agcom vara all’unanimità il regolamento per le tv private in vista delle amministrative di maggio, che va nel senso opposto rispetto a quello seguito dalla maggioranza. Per l’Autorità la disciplina della comunicazione politica va distinta da quella per i programmi di informazione. Il contrario di quanto previsto negli emendamenti di Pdl, Lega e Responsabili, che secondo l’opposizione porteranno alla sospensione dei talk show.


Pd, Idv e Udc chiedono che il presidente Sergio Zavoli dichiari l’inammissibilità di quelle norme, mentre la protesta si allarga all’esterno dell’aula di San Macuto. La maggioranza, per il momento, va avanti. L’Agcom si è mossa sulla strada indicata dal presidente Corrado Calabrò nell’audizione della scorsa settimana a San Macuto, approvando all’unanimità un regolamento analogo a quello adottato in occasione delle regionali del 2010, nella versione approvata dopo che il Tar del Lazio aveva bocciato la normativa opposta.
L’anno scorso l’Agcom approvò il provvedimento dopo la Vigilanza e in un primo momento si omologò a quello redatto dai parlamentari per la Rai. Quest’anno invece l’organismo si è mosso in anticipo e questa volta sono i parlamentari dell’opposizione a chiedere di seguirne le orme. Gli emendamenti della maggioranza alla bozza di regolamento redatta dal presidente della Commissione Sergio Zavoli stabiliscono che nei programmi di informazione, ad eccezione di tg e giornali radio, ‘’deve essere garantita la partecipazione di tutti i candidati alla carica di sindaco e di presidente della provincia ovvero di tutte quelle forze politiche che presentano liste di candidati’’.


C’è però anche un’altra norma, firmata dal solo Pdl, secondo la quale le trasmissioni di comunicazione politica sono collocate negli spazi che ospitano i talk show più seguiti, ‘’anche in sostituzione degli stessi’’. L’opposizione chiede a Zavoli di dichiarare l’inammissibilità delle norme, contrarie a loro dire alla legge e alle sentenze della magistratura.


Il segretario dell’Idv, Antonio Di Pietro, chiede anche ai presidenti delle Camere ad esprimersi in materia. Il Terzo Polo compatto invita la maggioranza a fermarsi, mentre dal Pd il capogruppo in Vigilanza, Fabrizio Morri, spinge per un passo indietro alla luce della decisione dell’Agcom.
– Non siamo una commissione fotocopia – replica Davide Caparini, capogruppo della Lega Nord, spiegando che ‘’si vuole solo l’applicazione della par condicio’’.


– Non mettiamo bandierine, ma quando il presidente dell’Agcom pone un problema di pluralismo in Rai, pone un problema serio – aggiunge il capogruppo del Pdl, Alessio Butti. La decisione di Zavoli potrebbe arrivare oggi, quando dovrebbe cominciare l’esame degli emendamenti. Ad attendere i parlamentari ci saranno anche Articolo 21 e Popolo Viola, ‘’in piazza per non farsi imbavagliare’’.