ICE: Commercio estero

Nel mese di febbraio 2011 rispetto a gennaio, esportazioni e importazioni con i paesi extra Ue si sono contratte, rispettivamente, del 4,3% e dell’1,6%. Nel confronto con il mese di febbraio 2010, invece, entrambi i flussi hanno riportato una variazione positiva. La maggiore crescita delle importazioni (+25,6%) rispetto alle esportazioni (+21,2%) ha determinato un ampliamento del deficit di bilancia (pari a oltre 2,7 miliardi di euro), al quale contribuisce per oltre un terzo il disavanzo energetico. Nel confronto con il mese precedente, tuttavia, il deficit si è ridotto.

Tutti i raggruppamenti principali per tipologia di bene hanno contribuito alla crescita tendenziale delle esportazioni verso i mercati extra Ue (soprattutto beni intermedi, strumentali e beni di consumo non durevoli) e le variazioni maggiori hanno riguardato i flussi verso la Turchia (+41,7%), i paesi ASEAN (+36,9%) e la Cina (+35,5%). Sulla crescita delle importazioni hanno inciso per oltre il 60% gli acquisti di prodotti intermedi (+63%) mentre a livello geografico, a crescere di più sono state le importazioni dai paesi asiatici (ASEAN, +48%, EDA, +38,6%, Cina, +36,6%). A febbraio 2011, il maggiore saldo negativo è stato quello con la Cina (circa 1,8 miliardi di euro) mentre il maggiore avanzo, sebbene in diminuzione rispetto a gennaio, quello con gli Stati Uniti (561 milioni di euro).

Fonte Istat

Ordinativi industriali

Ordinativi industriali nell’area euro e nell’Ue 27 (Gennaio 2011)

A gennaio 2011 rispetto a dicembre 2010, l’indice degli ordinativi industriali è aumentato dello 0,1% nell’area euro e dello 0,2% nell’Ue 27. I nuovi ordinativi hanno risentito degli andamenti
positivi dei beni intermedi e beni di consumo durevoli; gli ordinativi per beni di consumo non durevoli sono aumentati soltanto nell’Ue27 mentre quelli di beni capitali sono diminuiti in entrambe le aree considerate. L’incremento maggiore si è avuto in Danimarca mentre in Estonia gli ordinativi sono diminuiti più che altrove.
Anche nel confronto con il mese di gennaio 2010, gli ordinativi industriali hanno riportato una variazione positiva, maggiore per l’area euro (+20,9%) che per l’Ue27 (+18,6%). Ad eccezione dei beni capitali e dei beni di consumo non durevoli, per i quali gli ordinativi sono aumentati sia nell’area euro che nell’Ue 27, per gli altri raggruppamenti si confermano i risultati già analizzati a livello tendenziale. La Lettonia e l’Estonia hanno riportato incrementi superiori al 70%.

Fonte Eurostat

Multinazionali italiane

Struttura, performance e componenti delle multinazionali italiane (Anni 2008-2011)

Le imprese estere controllate da multinazionali italiane sono state, a fine 2008, 20.972; queste imprese hanno generato un fatturato di 386 miliardi di euro, pari al 10% di quello del complesso delle imprese residenti in Italia, e in esse erano impiegati quasi 1,5 milioni di addetti (il 7,4% per cento degli occupati in Italia). Quasi un terzo (il 32,7%) del fatturato realizzato da queste succursali è stato esportato verso altri mercati.

In termini di numerosità, la maggior parte delle partecipate all’estero ha operato nel settore dei servizi non finanziari (12.095), ma le 6.871 imprese manifatturiere hanno realizzato la parte più rilevante del fatturato (circa 190 miliardi di euro). Dal confronto tra il numero delle imprese, degli addetti e il fatturato, delle imprese residenti in Italia con quelle estere a controllo nazionale, il comparto manifatturiero risultava avere un grado di internazionalizzazione produttiva costantemente più elevato di quello dei servizi. Le industrie più internazionalizzate sono risultate essere quella estrattiva, quella della lavorazione della gomma e della plastica, quella dei mezzi di trasporto. I principali paesi destinatari dei nostri investimenti, dal punto di vista degli addetti impiegati, sono stati gli Stati Uniti, la Romania e la Germania; le succursali in Germania generano però la quota più rilevante di fatturato.

Con riferimento all’uscita dalla crisi internazionale, le dichiarazioni raccolte dall’Istat nei primi 9 mesi del 2010 mostrano una sostenuta ripresa dell’attività delle nostre multinazionali. Dal punto di vista del mercato del lavoro, inoltre, la riduzione dell’occupazione dichiarata, sia per l’attività svolta in Italia che per quella svolta all’estero, riguarda la manodopera non specializzata. Le aziende manifatturiere intervistate hanno peraltro dichiarato che il principale vantaggio connesso alla presenza diretta sui mercati esteri è l’accesso ai nuovi mercati, seguito dalla logistica e distribuzione e dal costo del lavoro.

Fonte Istat