Gli abitanti occupano il municipio Attese 6 navi per i trasferimenti

LAMPEDUSA – A Lampedusa l’emergenza immigrati si fa sempre più critica. Per la Regione siciliana Lampedusa “è una bomba” pronta a esplodere. I migranti sono 6.200, troppi ormai. E ne arrivano sempre di altri.


Lampedusa accoglienza, la società che per contratto si occupa di assistere clandestini e profughi, distribuisce pasti a 4.200 persone, sostiene il comune. Duemila tunisini, in sostanza, non hanno nulla da mangiare. E allora chiedono l’elemosina per le strade, pane e acqua ai negozianti. Anche se la società smentisce l’amministrazione. Il caos.


Una situazione al limite, tant’è che gli abitanti, dopo i blocchi e i presidi al porto, ieri hanno occupato il municipio in via permanente. Nell’aula consiliare si sono svolte diverse assemblee per l’intera giornata, a cui hanno partecipato le donne, che guidano di fatto la rivolta, gli studenti che hanno disertato la scuola.
Dopo essere entrati in stato di agitazione, gli isolani spingono per lo sciopero generale a oltranza in modo da bloccare tutto. Una scelta drastica che potrebbe creare tensioni con i migranti, che non riceverebbero più cibo e assistenza. Alcuni di loro, dopo la notizia della coppia di coniugi aggredita e le proteste dei lampedusani, ha pulito il viale principale dell’isola (via Roma), durante una manifestazione con cartelli di ringraziamento per l’ospitalità ricevuta.


A questo punto lo snodo è rappresentato dalla giornata di oggi. Gli abitanti vogliono vedere con i propri occhi le sei navi che il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha promesso di inviare per svuotare Lampedusa dagli extracomunitari. Nessuno ormai crede piu’ alle parole dei politici.


I lampedusani non accettano promesse o impegni, vogliono fatti e vogliono toccarli con mano. La parola d’ordine rimane “resistenza”. Neanche la visita del sottosegretario, Gianfranco Miccichè, che ha confermato l’arrivo delle navi prima della comunicazione ufficiale di quali saranno le imbarcazione coinvolte dal piano svuotamento del governo, ha convinto appieno i cittadini.


“Fatti, non parole”, ripetono a chiunque li voglia rassicurare. E non fanno nemmeno caso alle polemiche politiche o peggio ancora allo scontro istituzionale in atto tra il governo, che gestisce l’emergenza attraverso il commissario, prefetto Giuseppe Caruso, e la Regione siciliana, di stanza a Lampedusa con un proprio ufficio speciale, coordinato da Gianmaria Sparma.


Nel mirino c’è proprio Caruso, “col quale non ho mai parlato, è più facile stabilire contatti con il capo dello Stato, l’ho fatto tre volte”, accusa il sindaco Dino De Rubeis che aggiunge di non avere ancora “nessuna certezza” circa l’invio delle sei navi.


Secca la replica del commissario: “Ribadisco che oggi saranno a Lampedusa – assicura Caruso – per trasferire tutti gli immigrati”.


Ma l’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, lamenta che solo ieri è stata fatta la prima riunione di coordinamento a due mesi dall’emergenza. “Nessuno ci aveva avvertito che mandavano i profughi eritrei ed etiopi a Linosa – dice – Giunti lì sono stati abbandonati, hanno trovato un po’ di conforto dalla piccola comunità isolana e dall’unico medico”.


Gli ultimi 190 eritrei, tra cui 60 donne di cui una incinta e tanti bambini (cinque neonati) sono stati condotti, dopo il salvataggio di lunedì sera in mare in condizioni difficili a opera di guardacoste e guardia di finanza, nell’ex base Loran, prima di essere trasferiti in aereo a Crotone. Per quanto riguarda il piano di svuotamento, in base alle informazioni raccolte da fonti ufficiali, risulta che la prima nave che arriverà a Lampedusa sarà la San Marco della Marina militare, attesa per la mezzanotte. Alle 8 di domani, invece, ormeggerà a Cala Pisana la prima nave passeggeri.