Assad: “Siamo vittime di un complotto”

DAMASCO – Centinaia di persone sono scese in strada ieri a Latakia, città portuale della Siria, gridando “libertà” dopo il discorso del presidente Bashar al-Assad, che ha minimizzato le proteste senza precedenti contro il suo governo.

Molti abitanti hanno detto di aver sentito colpi d’arma da fuoco provenire dall’antico distretto di al-Sleibeh, dove è avvenuta una delle manifestazioni, quando le forze di sicurezza si sono scontrate con i contestatori.
Assad ha detto ieri che la Siria è oggetto di un “complotto” per dare vita a lotte interconfessionali, anche se alcuni dei siriani che hanno protestato contro il suo governo avanzano richieste legittime.

“Non possiamo dire che tutti coloro che sono scesi (in piazza) siano dei cospiratori”, ha detto il presidente in Parlamento, nelle prime dichiarazioni pubbliche da quando sono scoppiate le proteste nella Siria meridionale poi estesesi anche al centro e alla costa.

“Se ci sarà imposto di scendere in battaglia, la battaglia sarà la benvenuta” ha minacciato Assad per il quale “l’unità della Siria è messa alla prova”.

Senza annunciare l’attesa abrogazione della legge d’emergenza, in vigore da 48 anni, il presidente siriano ha poi concluso il suo discorso durato circa 45 minuti di fronte ai deputati del parlamento e in diretta tv.