Camera, la bagarre continua la rabbia di Alfano

ROMA – Prima lo scontro e poi il rinvio. Per il testo sulla ‘prescrizione breve’ non c’è pace alla Camera. All’inizio dei lavori d’Aula è subito tensione. Si dà lettura del processo verbale della seduta di ieri, ma manca la parte in cui si parla dell’attacco del ministro della Difesa Ignazio La Russa al presidente di Montecitorio Gianfranco Fini. Le opposizioni lo notano e chiedono l’inserimento dei fatti così come si sono svolti.

La maggioranza invece non eccepisce. Anzi. Ma per Roberto Giachetti (Pd), Franco Evangelisti (Idv) e Gianluca Galletti il testo così com’è non può essere approvato. Fini allora decide di metterlo in votazione. Ma gli esponenti del governo però sono al Consiglio dei ministri. L’opposizione fa entrare di corsa tutti i parlamentari. Giachetti è un ‘buttadentro’ implacabile e insegue i ‘suoi’ anche alla buvette e in cortile.


Quando Fini apre la votazione i ritardatari corrono verso l’Aula. Anche i ministri che arrivano alla spicciolata. Renato Brunetta attraversa il Transatlantico in 6 secondi netti. La votazione resta aperta quasi 4 minuti. Ma quando l’inquilino di Montecitorio la chiude, tra le proteste del centrodestra, quattro esponenti del governo non sono riusciti a votare. E per il processo verbale è troppo tardi.


Raggiunta la parita’ tra i poli è da considerarsi bocciato. Quasi tutti i deputati del centrodestra escono e rincorrono i cronisti per rilasciare dichiarazioni di fuoco contro la seconda carica dello Stato. Massimo Corsaro, ex An, dice che ora ‘’finisce la storiella di Fini super partes’’, anche se poi ammette che si dovrebbe evitare la concomitanza di riunioni di governo con i voti alla Camera.


In Aula, invece, il Guardasigilli Alfano reagisce scagliando la tessera da parlamentare al centro dell’emiciclo che colpisce alla spalla un deputato Pd. Il leader Idv Antonio Di Pietro l’afferra e mostra in sala stampa il ‘corpo del reato’. La seduta è sospesa e il verbale riscritto.


Alla ripresa viene approvato, ma i dipietristi stigmatizzano Alfano. Nessuno propone nulla contro di lui. Mentre la Giunta per il Regolamento si riunisce per decidere su La Russa. Il centrosinistra propone di non farlo votare per un po’, ma gli consente di essere presente in Aula, così come prevede la Costituzione. La decisione della Giunta si rinvia a martedì: altro giorno che si annuncia campale visto che si dovrà votare sul conflitto di attribuzioni per il caso Ruby. Ma l’ultima parola sulla ‘punizione’ per La Russa toccherà all’Ufficio di presidenza.


Intanto si apre un altro capitolo, stavolta tutto burocratico. Simone Baldelli (Pdl) chiede di rinviare la ‘prescrizione breve’ alla prossima settimana. In molti devono partire e non si garantisce il numero in Aula. Nella sua richiesta ‘formale’ però parla di ‘rinvio del punto’ e non della ‘seduta’. E il voto ‘inchioda’ il Pdl all’’errore’. Conseguenza? La prescrizione breve passa all’ultimo punto dell’ ordine dei lavori, cioè alla prossima settimana, dopo il conflitto, il testo sui piccoli comuni, quello sulla contabilità pubblica e la Comunitaria.


Corsaro prova a ‘sparigliare’ chiedendo il ritorno di quello sui piccoli comuni e della Comunitaria in commissione, ma alla fine di un lungo dibattito, una riunione dei capigruppo convocata in tutta fretta dal vicepresidente Rosy Bindi, scioglie il dilemma confermando l’’errore’: di prescrizione breve se ne parlerà dopo gli altri provvedimenti (già in calendario da tempo) probabilmente la prossima settimana.


– Chi e’ causa del suo mal… – commenta il presidente dei deputati Pd Dario Franceschini -. Così – dice – pagano le conseguenze della forzatura iniziale fatta con l’inversione dell’ordine del giorno dei lavori.
Eppure il Pdl aveva fretta su prescrizione breve e conflitto tanto che, assicurano, la commissione Bilancio tarderebbe a dare il parere sulla Comunitaria proprio per evitare che l’esame di questo testo rallentasse l’iter dei primi due.