Immigrazione: Le regioni: «No alle tendopoli». Berlusconi: «Tsunami umano»

ROMA – Berlusconi scommette sulla Tunisia per fermare quello che ha definito uno ”tsunami umano” in arrivo dal Nord Africa: soldi e mezzi in cambio dello stop alle partenze e del via ai rimpatri (fino a 100 al giorno). Ma è scontro tra Regioni e Governo sulle tendopoli per i migranti. Intanto, l’unica attiva, quella di Manduria (Taranto) è nel caos, mentre i lavori per quella di Torino sono stati bloccati.


Proseguono dunque le difficoltà a trovare posto per i 22mila stranieri arrivati nei primi tre mesi dell’anno, nonostante le continue riunioni al Viminale, a Palazzo Grazioli ed a Palazzo Chigi. E si affaccia la ”scorciatoia”: concedere un permesso di soggiorno temporaneo per far defluire i tunisini verso altri Paesi, Francia in testa. Proprio nella sede del Governo c’è stata oggi la prima riunione della cabina di regia costituita per affrontare l’emergenza. Al tavolo con il premier, Gianni Letta, i ministri Roberto Maroni, Ignazio La Russa e Raffaele Fitto, il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, con altri governatori ed esponenti di Upi ed Anci.


Berlusconi e Maroni hanno esposto la strategia del Governo: ‘congelare’ la quota di migranti, grazie al blocco delle partenze che si spera di ottenere lunedì prossimo, quando i due sono attesi a Tunisi per un incontro con il premier Caid Essebsi. Distribuire tra tutte le regioni, escluso l’Abruzzo, i 22mila già arrivati, svuotando Lampedusa. Per sistemarli in tendopoli in attesa di essere rimpatriati. Protezione civile e vigili del fuoco hanno montato o messo a disposizione circa duemila tende, in grado di ospitare complessivamente 16-20mila persone. C’e stata a questo punto la sollevazione dei governatori.


– Diciamo no – ha spiegato Errani – a situazioni che non si possono gestire, le tendopoli non sono gestibili.


Gli ha fatto eco Enrico Rossi (Toscana):


– Non si facciano ‘campi di concentramento’ che creano tensioni e incertezze.


Anche esponenti del centrodestra come Renata Polverini (Lazio) si sono opposti ai campi. Berlusconi ha cercato di rassicurare le Regioni promettendo che le tendopoli saranno ”assolutamente temporanee” e riconoscendo che bisogna avere un atteggiamento ”aperto e generoso” nei confronti di chi arriva in Italia cercando una vita migliore. Attestato sulla linea dura, invece, Maroni. I clandestini, avrebbe detto, vanno tenuti nei Cie, identificati ed espulsi. E le regioni devono mettere a disposizione siti per tendopoli. Quasi tutti quelli al Nord saranno Cie. Il Viminale ha una lista pronta: da Torino a Padova, da Vipiteno a Brescia a Viterbo. Oltre a quelle in via di allestimento: Potenza (500 posti), Santa Maria Capua Vetere (800), Caltanissetta (600).


Se le Regioni non sono d’accordo possono indicare soluzioni alternative, sul modello di quanto ha fatto la Toscana che ha detto no a Coltano (PIsa), offrendo altri siti per complessivi 500 posti. Per l’arena rock di Torino, che avrebbe dovuto ospitare 1.500-2.000 stranieri, c’è stato il no del sindaco Sergio Chiamparino, mentre erano già state montate 300 tende.


Sul fronte esterno, il Governo punta tutto sul blitz a Tunisi di Berlusconi, che si è detto ”ottimista”.


– E’ loro interesse – ha spiegato – non far partire i giovani e saranno allettati dal piccolo piano Marshall che proponiamo. Ci siamo impegnati a concedere alla Tunisia linee di credito e forniture di fuoristrada, motovedette ed altri materiali alle forze di polizia per un valore di quasi 100 milioni di euro con forniture pronte da meta’ aprile.


Quanto ai rimpatri, che è la ”soluzione principale”, il presidente del Consiglio vuole ottenerne cento al giorno con un supporto economico dell’Italia per il reinserimento del migrante nel proprio Paese, a costi definiti ”sostenibili”. Martedì è in programma una nuova riunione della cabina di regia a Palazzo Chigi che – dopo la visita del premier a Tunisi – farà nuovamente il punto della situazione. Se non dovessero esserci novità positive, l’arma messa in campo è quella dell’articolo 20 del testo unico sull’immigrazione, la concessione del permesso temporaneo ai tunisini che chiedono il ricongiungimento familiare. In questo modo potrebbero circolare liberamente nell’area Schengen ed andar via dall’Italia verso le loro mete preferite, come Francia e Germania. Un intervento invocato dalle Regioni, che però Maroni fino a ieri non aveva voluto prendere in considerazione, seguendo la linea del rimpatrio per chi non è in regola.


Oggi la svolta, favorita anche dall’ok di Berlusconi. Si tratta, ha sottolineato il ministro, ”di uno strumento di pressione per far capire all’Europa che, di fronte al diniego totale di collaborazione, abbiamo norme che ci consentono di attuare il principio di solidarietà europeo e dunque, se uno vuole andare da un’altra parte non possiamo trattenerlo”.


Manduria: nervi tesi e fughe


L’unica certezza è il caos: dentro la tendopoli, dove gli immigrati cominciano ad essere impazienti e a reclamare i loro diritti, non comprendendo perchè debbano stare rinchiusi da giorni; fuori dalla tendopoli, dove i presidi spontanei di solidarietà si incrociano con quelli di chi protesta per la presenza della tendopoli. E nel caos le fughe di massa sono diventate la regola: oggi se ne sono verificate a decine, facendo aumentare il balletto di cifre su quante persone siano fisicamente ospitate nel campo


Arrivano in migliaia, fuggono a centinaia. La tendopoli resterà lì al massimo per un mese ha assicurato oggi al telefono il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, al sindaco dimissionario di Manduria, Paolo Tommasino, annunciandogli che sarà a Manduria la prossima settimana dopo un appuntamento politico in Tunisia. Ma intanto nel campo sono arrivate oggi altre migliaia di immigrati, e la tensione è salita alle stelle. Dalla nave Excelsior, giunta in mattinata nella base navale di mar Grande, sono state sbarcate e trasferite al campo 1.716 persone.


Nel pomeriggio ne sarebbero dovute arrivare altre 600, ma in serata gli immigrati erano a ancora bloccati a bordo della nave Catania. Troppa tensione a Manduria. Si è atteso il buio e poi la decisione che in nottata una parte degli immigrati sarà trasferita, sempre in autobus, nella tendopoli allestita a Palazzo San Gervasio (Potenza), in grado di ospitare 512 persone. Su disposizioni governative, a Manduria non potranno essere ospitate più di 2.900 persone. Anche se ufficialmente la tendopoli è indicata come un Centro di accoglienza e identificazione (Cai), in realtà oggi era più simile ad un girone dantesco.


Il clima si è surriscaldato in coincidenza con l’arrivo di due delegazioni, una del Fli guidata dall’ex ministro Andrea Ronchi e l’altra del Consiglio regionale, che volevano visitare il campo. L’inspiegabile divieto a giornalisti e cameramen ad accedere all’area della tendopoli eè stato subito ‘violato’ al seguito delle delegazioni. Così gli immigrati hanno manifestato tutta la loro tensione. Il grido ‘Liberte” è stato scandito più volte, sul cancello d’ingresso del campo sono comparse lenzuola bianche con le scritte ‘Vogliamo le vostre promesse’ e ‘No alla violenza’. Tensione durata alcuni minuti, pare acuita anche dal fatto che in mattinata non avevano potuto lasciare il campo neppure gli immigrati che avevano ricevuto l’attestato per l’iter di protezione internazionale e che erano liberi di farlo. C’erano da sistemare i 1.716 immigrati giunti da Lampedusa, e le forze dell’ordine potevano badare solo a questo. Chiuso anche l’ufficio per le richieste di ‘protezione’.


Dal primo pomeriggio le fughe di massa dal campo hanno assunto dimensioni incredibili, mentre transitare sulla provinciale Manduria-Oria è diventato sempre più difficile. Camion e mezzi edili che entravano nella tendopoli-cantiere si sono mescolati con le camionette di polizia e carabinieri con a bordo gli immigrati rintracciati nelle campagne o nelle stazioni ferroviarie, mentre i forestali a cavallo cercavano di far tornare indietro alcuni fuggitivi.


– Una struttura assolutamente all’altezza della situazione – l’ha definita Ronchi al termine della visita.


– Un campo di tale ampiezza non può garantire i diritti umani – ha commentato l’assessore regionale alle Politiche dell’immigrazione, Nicola Fratoianni, uscendo dalla tendopoli.


– Uno scandalo – ha detto il presidente dei Verdi, Andrea Bonelli, che ha chiesto una riunione del Consiglio d’Europa. Di fronte all’ingresso dell’area della tendopoli ora c’è un camper con alcuni cartelli di protesta. Per gli abitanti di Manduria e i paesi limitrofi, tutto questo non è altro che ‘Lampedusa 2’.