Torna la calma ma resta alta la tensione

DAMASCO – Il presidente siriano Bashar Al Assad ha affidato ieri all’ex ministro dell’agricoltura Adel Safar l’incarico di formare un nuovo governo dopo le dimissioni il 29 marzo scorso dell’esecutivo in carica dal 2003, nella prima reazione ufficiale alle proteste senza precedenti che scuotono la Siria. L’annuncio giunge alla ripresa della settimana lavorativa, dopo un altro venerdì di tensioni il cui epicentro rimane nel sud del paese, a Daraa, ma che tocca anche la capitale dopo i violenti scontri con diversi morti di due giorni fa a Duma, sobborgo a nord di Damasco.

Ieri migliaia di persone hanno preso parte ai funerali delle vittime di venerdì nel quartiere a circa 15 chilometri dal centro, ma nonostante i timori di una nuova esplosione di violenza i cortei si sono svolti pacificamente, con le forze dell’ordine rimaste a presidiare ai lati delle strade e nessun incidente registrato. Sono otto le vittime degli scontri seppelliti a Duma, secondo Al Jazira che riferisce anche del rilascio di alcuni tra gli arrestati in un raid delle forze dell’ordine l’altro ieri nel quartiere seguito alle violenze del giorno della preghiera, oltre al rilascio di un’attivista. Una giornata di calma in cui non segnalano nuovi focolai di proteste nel Paese dove però resta la tensione e l’attesa.

Attesa era anche la nomina del nuovo primo ministro Safar, 58 anni, membro del comitato centrale del partito Baath al potere, che dovrebbe annunciare la composizione del nuovo esecutivo entro due o tre giorni. Il decreto presidenziale con cui Assad ha affidato la formazione del nuovo governo e’ tra le misure annunciate nei giorni scorsi nel tentativo di placare la contestazione, come la creazione di una commissione per indagare sulle violenze a Daraa e una seconda con il compito di studiare la possibilità di eliminare le leggi di emergenza in vigore nel Paese da 48 anni, delle quali però la protesta chiede l’immediata abolizione. Dopo l’ultima fiammata delle dure contestazioni che solo due giorni fa scuoteva la capitale fin nel suo centro storico, dove ancora una volta le tensioni esplodevano dopo la preghiera nella grande moschea Omayyade, un clima di calma attesa aleggia su tutto il centro urbano. Intorno alla moschea di Al Rifai nel quartiere di Kafer Suseh, la presenza delle forze dell’ordine appare decisamente ridotta rispetto ai giorni scorsi, fino a quasi scomparire attorno il grande e modernissimo centro commerciale in perfetto stile occidentale, il ‘Mall Damaskino’ poco lontano, circondato da eleganti palazzi di recente costruzione.