Grave il bilancio delle vittime, dagli Usa pressioni su Saleh

SANAA – Poliziotti e uomini in borghese hanno aperto ieri il fuoco sui dimostranti nelle città di Taiz e Hudaia, mentre prende corpo un piano per allontanare dal potere il presidente veterano Ali Absullah Saleh.
Il nuovo tentativo di soffocare nel sangue le proteste ispirate alle rivolte in Egitto e Tunisia giunge mentre gli Stati Uniti stanno cercando di mettere fine a 32 anni di potere di Saleh, a lungo considerato una diga contro lo sviluppo di al Qaeda nella penisola arabica.

Almeno 17 persone morti e centinaia di feriti, quando la polizia yemenita ha aperto il fuoco ieri mattina sui contestatori a Taiz, a sud della capitale. Lo hanno riferito fonti ospedaliere. Trenta persone hanno riportato ferite da arma da fuoco, e 16 di loro sono in condizioni gravi. Le forze dell’ordine hanno sparato contro i manifestanti che cercavano di fare irruzione nel principale edificio del governo provinciale di Taiz.
Anche a Hudaida, città portuale, uomini armati in abiti civili hanno aperto il fuoco sui contestatori. Al momento è arrivata notizia di 250 feriti, come ha detto una fonte medica, nella città dove si trova una delle tante abitazioni del presidente Saleh.

Questa mattina, sempre a Hudaida, la polizia ha sparato proiettili e lacrimogeni, ferendo centinaia di persone, quando ha cercato di fermare una marcia di protesta verso il palazzo presidenziale.
Il New York Times ha scritto ieri che Washington “ha cambiato posizione” ed “è arrivata alla conclusione che Saleh non farà le necessarie riforme e deve essere favorita la sua fuoriuscita”.

Al-Qaeda potrebbe trarre vantaggio dal vuoto di potere in Yemen. E’ l’allarme lanciato dalla Casa Bianca, che chiede di iniziare un percorso per il passaggio dei poteri da parte del presidente Ali Abdullah Saleh. ‘’Siamo preoccupati che in questo periodo di disordini politici Al-Qaeda e altri gruppi tentino di trarre vantaggio dal vuoto di potere’’, ha detto il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney. ‘’Questa è una delle ragioni per cui chiediamo che si apra rapidamente un dialogo politico e un’agenda per questa transizione di cui ha parlato il presidente Saleh’’, ha aggiunto il rappresentante dell’amministrazione Obama.