La Lega propone l’esercito regionale. Stop di La Russa

ROMA – Eserciti regionali, composti ognuno di 1000, tra uomini e donne, alle dirette dipendenze dei Governatori e del Consiglio dei ministri con compiti di ordine pubblico e protezione civile: la proposta di legge della Lega annunciata ieri alla Camera, che istituisce quelle che nella relazione al testo non si esita a definire ‘’milizia’’ locale, fa insorgere l’opposizione, inquieta i presidenti delle regioni e suscita perplessistà nel centrodestra.

Il primo del governo a ‘stoppare’ con forza l’iniziativa è il ministro della Difesa Ignazio La Russa che ricorda come una delle caratteristiche dello Stato unitario sia quella di avere un esercito nazionale che come tale non potrà mai essere ‘’né regionalizzato, né parcellizzato’’. E contrario è anche il presidente della commissione Difesa di Montecitorio Edmondo Cirielli.

E coro di ‘no’ contro un provvedimento che istituisce i battaglioni regionali con tanto di simbolo della regione sulle uniformi (per il resto uguali a quelle dell’Esercito) arriva anche dall’opposizione. Il tesoriere del gruppo Pd Ettore Rosato parla di ‘’iniziativa preoccupante e pericolosa’’, mentre Rosa Calipari, capogruppo Pd in commissione Esteri, preferisce pensare a una ‘’boutade’’. Se così non fosse, assicura, l’ allarme dovrebbe essere davvero ‘’alto’’.