Una collettività che si declina al maschile

CARACAS – La collettività italiana è una delle più importanti comunità che fanno vita in Venezuela; come risulta dai dati dell’ultimo censimento venezuelano. Da un punto di vista numerico, è la quarta con quasi 50.000 presenze, considerando solamente gli italiani nati in Italia ed arrivati in Venezuela. Tra tutte le collettività straniere del Venezuela, considerando le più numerose, quelle con almeno mille persone, la comunità italiana presenta la più bassa percentuale di donne, assieme alla comunità dell’Arabia Saudita e della Siria. Solamente queste tre collettività presentano una presenza femminile inferiore al 40%. Tra gli italiani residenti in Venezuela solo il 39% risulta di sesso femminile all’ultimo censimento.

Dall’analisi dei dati emerge una generale superiorità della presenza maschile, con poche eccezioni. Ciò, ovvviamente non desta meraviglia in quanto, soprattutto per le emigrazioni di più antica data, come quella italiana ed europea in genere, erano soprattutto gli uomini ad emigrare in cerca di una miglior vita; successivamente, quando l’emigrante raggiungeva una certa posizione, una certa stabilità, spesso richiamava il resto della famiglia, la moglie, i figli. Ciò che attrae l’attenzione, dunque non è la minor presenza femminile rispetto a quella maschile, ma il numero estremamente basso di donne tra la comunità italiana, rispetto alle altre comunità che vivono in Venezuela. In realtà, il dato rispecchia la storia dell’emigrazione italiana; infatti l’emigrazione italiana, da quando esistono registri e dati più o meno certi, ossia dal 1874, si è caratterizzata sempre per una emigrazione principalmenete maschile. Sui circa 30 milioni di emigrati italiani, dal 1874 ad oggi, i due terzi sono uomini e quindi solamente un terzo è rappresentato da donne.

La minore presenza femminile tra la comunità italiana ha indubbiamente contribuito alla formazione di coppie miste italo-venezuelane e spiega anche la presenza così numerosa di cognomi non propriamente italiani presenti all’interno della collettività italiana (Vedasi l’inchiesa sui cognomi italiani del Venezuela, pubblicata da La Voce d’Italia il 18 febbraio del 2011).

Gli emigrati, delle prime ondate migratorie, tendono ad unirsi in matrimonio con persone della stessa comunità per vari motivi, come affinità culturali, lingustiche e facilità comunicazionali. Nel caso della comunità italiana, la minor presenza femminile ha necessariamente spinto gli uomini a cercare una unione fuori del proprio ambito geografico.

Un’altra lieve differenza tra la collettività italiana presente in Venezuela e le altre emerge dall’analisi dei dati riguardanti il numero dei figli. Tra le donne nate in altri paesi, oltre il 52% ha avuto tre o più figli; tale percentuale scende al 48% per le italiane; per contro, il 42% delle italiane ha avuto uno o due figli, una pecentuale più alta rispetto alla media generale. Inoltre, abbiamo un altro dato molto significativo: solo l’8% delle donne italiane sono senza figli; è il dato più basso in assoluto. La media generale ci dice che il 13% delle donne straniere residenti in Venezuela non ha figli; tale percentuale sale al 32% tra le donne venezuelane. Il dato è direttamente proporzionato alla quantità di donne giovani: la popolazione venezuelana si caratterizza per una grande presenza di giovani e quindi ragazze giovanissime che ovviamente non hanno ancora avuto figli; lo stesso accade con il resto delle comunità straniere. La comunità italiana, al contrario si caratterizza per la bassa presenza di giovani: meno del 3% degli italiani arrivati in Venezuela aveva meno di 29 anni, alla data dell’ultimo censimento venezuelano (vedasi La Voce d’Italia del 29/03/2011). Sono, dunque poche le giovani donne italiane, che non hanno ancora partorito.