Scontro con Germania e Francia alza il muro

LUSSEMBURGO – “Non è stata una buona giornata per l’Italia. Ma non è stata una buona giornata per tutta l’Europa’’. Così un partecipante sintetizza il vertice dei ministri degli interni della Ue sull’emergenza immigrazione, svoltosi a Lussemburgo. E conclusosi in un clima di tensione crescente tra l’Italia e i partner europei. Soprattutto con Germania e Francia, ma anche con Austria, Slovacchia, Polonia, particolarmente dure contro la decisione di Roma di dare permessi provvisori agli immigrati provenienti dalla Tunisia. Solo Malta sta con Roma.


– Così si viola lo spirito delle regole di Schengen – ha detto a chiare lettere il ministro tedesco, Hans-Peter Friederich, invitando l’Italia a “fare il suo dovere’’: rispedire i tunisini a casa loro.


Chi c’era parla di un confronto molto teso col ministro dell’Interno, Roberto Maroni.
– Non possiamo accettare che molti migranti economici vengano in Europa passando dall’Italia – ha detto Friedrich. Per Berlino, dunque, non si tratta di rifugiati. Da qui il “no” anche ad un’altra proposta dell’Italia: quella di attivare la direttiva 55 del 2001, che prevede la protezione temporanea di masse di sfollati che sfuggono da una guerra o dalla persecuzione politica.
– E questo – ha tagliato corto il ministro tedesco – non è il caso dell’Italia.


La pensano così – tra gli altri – anche il ministro spagnolo e quello belga. E anche la commissaria Ue, Cecilia Malmstrom, per la quale “è prematuro parlare di attivazione della direttiva’’: ricordando come quelle norme risalgano alla crisi del Kosovo, e quindi riguardino situazioni “da centinaia di migliaia di profughi”. E in Italia – ha aggiunto – “non siamo ancora arrivati a questo punto”.


Intanto i cugini d’Oltralpe alzano il “muro”, decidendo di inviare al confine italo-francese gli agenti antisommossa in appoggio alle regolari forze di polizia, col compito di respingere nel Belpaese tutti coloro che, pur avendo in mano il permesso italiano, non soddisfano per le autorità francesi alcuni requisiti previsti anche dalla normativa Schengen: come essere dotati dei necessari mezzi di sostentamento sia per la durata del soggiorno in territorio francese, sia per tornare nel Paese d’origine o viaggiare in un Paese terzo. – E’ un nostro diritto. Non si deve dare alcun segnale che accettiamo immigrazione clandestina in Europa – ha affermato il ministro degli interni francese, Claude Gueant. Ma anche l’Austria si sta attrezzando per “sigillare” il confine italiano:
– Lasciar entrare gente che non si può nutrire con i suoi mezzi, che non può dimostrare di avere risorse non fa altro che preparare il terreno alla criminalità – ha reclamato il ministro austriaco, Maria Fekter, aggiungendo:
– In qualità di ministro responsabile per la sicurezza del Paese non posso autorizzarlo.


Per Bruxelles, comunque, il decreto con cui l’Italia rilascia permessi di soggiorno per motivi umanitari “per quel che abbiamo visto – ha spiegato Malmstrom – rispetta l’accordo di Schenge”. Anche se i titolari di tali permessi “per circolare in Europa devono rispettare i requisiti fissati nel regolamento”. Situazione non facile, dunque, per i rapporti dell’Italia con i suoi vicini.