Par condicio, no a videomessaggi e talk durante i tg

ROMA – “Nel corso delle campagne elettorali non possono essere trasmessi videomessaggi all’interno dei telegiornali e dei programmi di informazione, al fine di evitare confusione ontologica con i messaggi politici autogestiti così come disciplinati dalla legge n.28 del 2000 e dai relativi regolamenti attuativi”. Lo sottolinea l’Agcom in una nota contenente ‘Chiarimenti interpretativi sulla diffusione di ‘videomessaggi’ nei programmi di informazione’.


“Di norma – afferma l’Authority – la diffusione di ‘videomessaggi’ di soggetti politici e istituzionali nel corso di tg e programmi di informazione non dovrebbe essere ammessa come forma abituale di comunicazione, stante il rischio di incidere sui canoni di parità di trattamento tra tutti i soggetti politici ed istituzionali su cui si fonda il principio del pluralismo politico in televisione. Pertanto gli operatori possono diffondere nel corso di telegiornali o programmi di approfondimento giornalistico ‘videomessaggi’ di soggetti politici ed istituzionali solo in casi eccezionali di rilevante interesse pubblico e nel rispetto di modalità tali da non incidere sul pluralismo dell’informazione”.


“A tal fine” l’Agcom elenca in sei punti le “condizioni e modalità minime che devono essere osservate nella diffusione di videomessaggi di soggetti politici e istituzionali nei programmi di informazione, al fine del rispetto dei principi vigenti in materia di informazione radiotelevisiva”.


Primo: “I videomessaggi possono essere trasmessi nel corso dei tg solo in via eccezionale e dove strettamente connessi con l’attualità della cronaca, rispondendo a primarie esigenze informative di rilevante interesse pubblico”. Secondo: “I videomessaggi – se rivestono una durata particolarmente lunga e superiore a 3 minuti – non possono essere trasmessi integralmente nel corso del tg e non possono essere trasmessi in tutte le edizioni giornaliere del medesimo tg”. Terzo: “I videomessaggi non possono essere riproposti nei tg dopo 48 ore dal verificarsi dell’evento”. Quarto: “Di norma, la diffusione del videomessaggio nel telegiornale deve essere accompagnata da commenti di altri soggetti onde assicurare un confronto dialettico al fine della libera e consapevole formazione delle opinioni degli ascoltatori”. Quinto: “Allo stesso fine, la diffusione di videomessaggi nei programmi di approfondimento informativo deve sempre avvenire nell’ambito di un confronto dialettico”. Sesto: “Nel corso della campagne elettorali non possono essere trasmessi videomessaggi all’interno dei telegiornali e dei programmi di informazione, al fine di evitare confusione ontologica con i messaggi politici autogestiti così come disciplinati dalla legge n. 28 del 2000 e dai relativi regolamenti attuativi”.