Niente miracolo a Gelsenkirchen! Raul e lo Schalke in semifinale

GELSENKIRCHEN – Mission impossibile fallita. L’Inter è fuori dalla Champions League. Lo Schalke – battendo l’Inter per 2-1 – entra invece nella storia: la squadra guidata da Ralf Rangnick per la prima volta accede alle semifinali della prestigiosa competizione. Un motivo c’é e lo dimostrano i risultati. L’Inter, a quasi un anno dalla magica notte di Madrid, non riesce nella difficile operazione di ribaltare il risultato dell’andata quando franò rovinosamente in casa. Lo Schalke riuscì a vincere per 5-2.


Leonardo ci ha creduto fino alla fine ma l’Inter deve fare un esame di coscienza: i campioni del mondo e d’Europa perdono smalto e lucidità. La difesa – sotto accusa anche per il derby – ieri ha retto meglio, il centrocampo schierato a rombo è stato volitivo e generoso, ma il meccanismo non funziona. Milito non fa regali a Moratti che si aspettava i suoi gol. Eto’o si mostra poco generoso verso i compagni. Tenta sempre la giocata solitaria, avventurandosi in dribbling e finte spesso fini a se stessi. Leonardo lascia in panchina Cambiasso preferendo il piede dolce di Thiago Motta.


Ma l’Inter, chiamata a segnare quattro gol, fa vedere poco della classe dei tempi andati. Insomma, il miracolo non c’é stato e solo quello avrebbe potuto salvare l’Inter dalla ‘condanna’.


L’Arena AufSchalke è gremita, la temperatura invernale e neanche per l’Inter è primavera. E lo si capisce subito. Lo Schalke è attento, non si fa sorprendere. Manca l’estroso peruviano Farfan ma c’é un Raul in grande vena. Gli uomini di Rangnick sono ben messi, controllano la gara agevolmente. L’Inter ci prova con Sneijder dalla distanza ma, i minuti scivolano via, senza grandissime occasioni. La più ghiotta capita a Maicon servito – al 39’ del primo tempo – da Stankovic. Il brasiliano non aggancia e l’azione finisce malinconicamente. Cinque minuti dopo, esplode lo stadio: è festa Schalke con un gol da manuale di Raul, un campione che non si arrende mai, sempre prezioso e decisivo. Servito in profondità, avanza palla al piede con la classe dei grandi, fuori dal controllo dei due difensori centrali dell’Inter Ranocchia e Lucio. Raul vede la posizione di Julio Cesar, dribbla, palla in rete. Le speranze interiste sono ridotte al lumicino e la forza della disperazione non basta: il secondo tempo si anima. Un lumicino sembra accendersi con il gol di Thiago Motta al quarto del secondo tempo. Sponda aerea di Lucio per il sinistro dell’italo-brasiliano. Un pareggio buono solo per l’orgoglio ma poca cosa.


L’Inter è costretta ad aprirsi per attaccare massicciamente e così è lo Schalke ad avere un paio di occasioni buone con Papadopoulos. Sull’altro fronte si fa vedere Eto’o e anche Sneijder con un bellissimo destro. Ma è chiaro che la squadra non ci crede più e il sogno va in pezzi. E la gioia tedesca diventa incontenibile al gol della vittoria messo a segno da un difensore Howedes a dieci minuti dalla fine. Un contropiede classico con l’Inter impegnata a cercare di fare l’impossibile.


Per l’Inter qualche riflessione e alcuni giocatori che mancano all’appello: Milito sembrava potesse rientrare in condizione, Sneijder non è al meglio, Cambiasso in panchina (e forse questo sarà elemento di dibattito dei prossimi giorni), Eto’o che deve comprendere che il calcio è uno sport di squadra. Maicon non ha spinto abbastanza sulla fascia destra e Nagatomo ha fatto del proprio meglio. Ma a volte il meglio non basta. Una lezione comunque per quanti gioirono per il sorteggio che sembrava favorevole: lo Schalke non è una squadretta, al contrario ha un ottimo mix per tecnica ed età. In più è ben guidata da Rangnick che, subentrato a Felix Magath, ha rivitalizzato la compagine e sta facendo un ottimo lavoro.