Napolitano: «Preoccupano i rischi della concentrazione dei poteri»

ROMA – Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lancia l’allarme contro le ‘’insidie che la concentrazione dei poteri comporta per la vita democratica’’. Una preoccupazione evidentemente avvertita anche dai Costituenti che, pur in un contesto sociale e politico diverso da quello attuale, videro nel bilanciamento dei poteri e nella presenza nel corpo sociale e istituzionale di ‘’formazioni intermedie’’, come i partiti e i sindacati, i rimedi per scongiurare quel rischio. Napolitano affida i suoi timori a un telegramma e sceglie il ‘’palcoscenico’’ della Biennale Democrazia di Torino per far conoscere il suo pensiero. A leggere le sue parole alla platea, in attesa della lectio magistralis di Mario Draghi, è il sindaco Sergio Chiamparino.
‘’Il tema posto a base di questa seconda edizione – scrive il presidente della Repubblica- riflette una viva preoccupazione circa le insidie che la concentrazione dei poteri comporta per la vita democratica, questione già oggetto di profonda riflessione da parte del pensiero costituzionalistico in epoche storiche precedenti e ripresentatosi quindi in termini di indubbia attualita’’’.


‘’Nulla potrebbe essere più lontano dall’idea di una democrazia temperata e funzionante – dice – dell’idea di un corpo sociale indistinto, in grado di esprimersi solo elettoralmente, cui corrispondano ristrette oligarchie dotate di poteri economici e sociali senza contrappesi’’. E i Costituenti questo lo sapevano.


Il capo dello Stato parla di lungimiranza politica e di capacità di riflessione sulla complessità degli equilibri sociali di chi scrisse la Carta e definisce gli strumenti di bilanciamento, che la Costituzione pose a tutela della democrazia, ‘’un’eredità preziosa’’. Parole che sembrano fare riferimento anche alle recenti polemiche sui rapporti tra i poteri dello Stato che hanno visto protagonista il premier, spesso critico verso la magistratura o la Corte Costituzionale ‘’colpevoli’’ di mettere in discussione le decisioni prese dal governo, unico legittimato da un mandato popolare. Difesa strenua della Costituzione, dunque, con i suoi ‘’contrappesi’’ e con la previsione di quelle che Napolitano definisce ‘’formazioni intermedie’’. Come i partiti e i sindacati strumenti indispensabili, agli occhi del presidente della Repubblica, per veicolare la volontà dei cittadini tra una elezione e l’altra e per il funzionamento delle istituzioni. E accanto, per il capo dello Stato, c’e’ ‘’la funzione essenziale che l’indipendenza e il pluralismo dell’informazione debbono assolvere nella ricerca di nuovi equilibri tra i diversi strumenti tecnologici di comunicazione e nell’affrontare la sfida della multimedialità’’. L’informazione, quindi, come altro elemento essenziale per arginare il peso di ‘’ristrette oligarchie dotate di poteri economici e sociali’’ ‘’resi oggi più insidiosi – avverte Napolitano – dagli effetti del progresso tecnologico, impensabili solo sessanta anni fa’’.