Fmi: la ripresa non basta, ancora tanti gli squilibri

WASHINGTON – La ripresa in atto non è quella che vorremmo, non solo perchè è caratterizzata da molti squilibri a livello mondiale, ma anche perchè è una ripresa che non produce abbastanza posti di lavoro. Nessuno spazio per compiacersi, dunque, ma la necessità di mettere in atto misure urgenti. Anche perchè la crisi non può considerarsi finita ma, piuttosto, siamo ancora in mezzo al guado.


Non usa mezzi termini il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale Dominique Strauss-Kahn per descrivere lo stato di salute della congiuntura mondiale e soprattutto invita a non compiacersi. E lo fa a poche ore dall’avvio dei lavori del G20 a Washington, dove i grandi del mondo sono chiamati a portare avanti e mettere a punto sempre più in dettaglio le linee guida per prevenire e gestire eventuali crisi future.
Strauss-Kahn si dice fiducioso del fatto che le linee guida per individuare gli indicatori per la valutazione reciproca verranno approvate nel corso dell’incontro.


– La ripresa economica in atto – ha detto il numero uno del Fmi – non è quella che vorremmo: non è tempo per compiacersi. Le incertezze sono ancora molto elevate e abbiamo bisogno di un’azione urgente.
Quella in atto non è infatti la ripresa desiderata ‘’non solo perchè è squilibrata, ma perche è una ripresa senza abbastanza lavoro. La questione ora è: lavoro, lavoro, lavoro’’ e il vero allarme è per i giovani che rischiano di diventare una ‘’generazione persa’’. E’ anche sulla base di queste premesse che si svolgeranno i lavori del G20, il cui scopo principale sarà quello di mettere a punto una metodologia attraverso cui gli indicatori destinati a individuare potenziali segnali di crisi e di squilibrio nei diversi paesi possono far suonare un campanello d’allarme. Si tratterà dunque di stabilire una cornice, delle linee guida perchè è convinzione dello stesso G20 che non ci sia alcun indicatore che da solo può individuare l’esistenza di disequilibri in un Paese, ma è necessario fare un’analisi globale, sia quantitativa sia qualitativa.


Anche l’ipotesi di fissare delle soglie precise potrebbe portare problemi, creando resistenze. Spetterà poi al G20 parlare di riforma del sistema monetario e del tema importantissimo della gestione della liquidità globale e dei flussi di capitali, oltre che del rincaro delle commodity. Inevitabile inoltre il focus sulla regolamentazione del sistema finanziario, con un occhio al problema delle banche ombra e al rischio di una fuga dal settore regolamentato a quello non regolato.