Maroni, finita la crisi acuta ma resta l’emergenza

ROMA – La fase acuta della crisi, che ha portato all’allestimento di tendopoli, “sta finendo”, ma l’emergenza immigrazione “è tutt’altro che conclusa”. E’ la posizione del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che spiega di tenere “sotto stretta osservazione” i flussi dalla Libia, dopo l’allarme dell’Aisi sulla possibile impennata di partenze di persone in fuga dalla guerra. Intanto, sul fronte accoglienza, si registra una frenata sull’ordinanza del presidente del Consiglio che stanzia 110 milioni di euro: Regioni e Comuni chiedono chiarezza.

E’ Maroni, ieri in mattinata, a spargere ottimismo.

– La fase acuta dell’emergenza – spiega rispondendo ad una domanda sull’eventuale apertura di altri centri di identificazione o tendopoli – si è conclusa. L’accordo con la Tunisia sta funzionando, tutti i giorni vengono fatti rimpatri di coloro che sono arrivati dopo il 5 aprile, stiamo potenziando il sistema di controllo e pattugliamento delle coste.

Parole che attirano la critica di Ettore Rosato (Pd).
– Prendiamo atto – commenta il deputato – che il ministro dell’Interno è ottimista sulla conclusione della fase acuta dell’emergenza umanitaria: se davvero è così, Maroni deve allora dar ragione all’Europa e cambiare completamente atteggiamento, magari recuperando un tono diplomatico alquanto compromesso nelle ultime ore.

Nel pomeriggio il titolare del Viminale precisa.
– La fase acuta della crisi, quella che ci ha portato a realizzare le tendopoli – sottolinea – sta finendo, ma l’emergenza umanitaria non è finita.

E il fronte che preoccupa è quello della Libia. Il direttore dell’Aisi, generale Giorgio Piccirillo, ne ha parlato al Copasir. Le informazioni dei servizi segnalano il rischio concreto di un’impennata delle partenze di persone in fuga dalla guerra nel Paese nordafricano. Un canale che era stato interrotto con l’accordo tra Roma e Tripoli nel 2009. Ma ora la situazione è cambiata ed il regime di Gheddafi non ha più interesse, né è in grado, di bloccare la ripresa dei traffici di esseri umani verso l’Italia. Il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, ha parlato di “oltre 100mila rifugiati politici che possono cercare di lasciare la Libia. Se è vero che Gheddafi vuole utilizzare l’emigrazione di massa come arma c’è da preoccuparsi’’.