A 50 anni da Playa Giron, Raul annuncia “riforme”

L’AVANA- Il secondo giorno del Congresso del Partito comunista cubano, è caduto ieri, 50mo anniversario della vittoria della Baia dei Porci, celebrata sabato con una grande parata militare in piazza Rivoluzione.Considerata da alcuni uno dei più grossi flop degli Stati Uniti, l’invasione della Baia dei Porci da parte di un gruppo di anti-castristi esuli e forze Usa intendeva rovesciare il regime di Fidel Castro, ma fallì in sole 65 ore. L’allora lider maximo la bollò come “la più grande sconfitta dell’imperialismo nordamericano nell’America Latina’’. A 50 anni di distanza, il regime cubano è ancora in sella, anche se Fidel ha ceduto il potere al fratello minore Raul che ora, dalla tribuna del Congresso, annuncia un lifting alla classe dirigente e riforme economiche. Il presidente 79enne ha detto di voler promuovere un “sistematico ringiovanimento” nelle posizioni di vertice del governo, con un termine di 10 anni nei mandati ministeriali e di partito. Le riforme verranno avviate nei prossimi 5 anni “senza fretta e improvvisazioni, ma inizieranno subito dopo il Congresso”.


Il 17 aprile 1961 circa 1.500 esuli cubani, addestrati e guidati dalla Cia, sbarcarono sulla a Playa Giron, Baia dei Porci, per invadere l’isola. L’idea era di preparare l’arrivo da Miami di un governo provvisorio, ma entro il 19 aprile le truppe di Castro avevano catturato anche l’ultimo degli invasori. La vicenda mandò in frantumi il mito dell’invincibilità Usa, rafforzò il governo rivoluzionario di Cuba e portò l’Avana ancor più nell’orbita dell’Unione Sovietica per il resto della guerra fredda. Il mese scorso le autorità cubane hanno terminato il restauro del museo di Playa Giron con armi, munizioni e uniformi usate nella battaglia dell’epoca.
Anche se inizialmente riconosciuta dagli Usa, la rivoluzione cubana che rovesciò il dittatore Batista nel 1959 iniziò presto a preoccupare Washington, per l’orientamento sempre più comunista del governo Castro.La riforma agraria di Fidel portò nel maggio ‘59 all’esproprio di ampie piantagioni, molte operate da aziende Usa. Dopo la nazionalizzazione, gli Stati Uniti tagliarono gli acquisti dello zucchero cubano, prima voce dell’export dell’isola. Lo zucchero venne così assorbito dall’Unione Sovietica che in seguito fornì petrolio a Cuba, quando Washington chiuse i rubinetti. Di fronte agli ordini adi Washington di fermare la raffinazione di greggio sovietico negli impianti di proprietà Usa sull’isola, Castro decise di espropriare anche le raffinerie. L’allora presidente Usa Eisenhower, avviò nuove strategie dopo aver constatato il fallimento delle pressioni politiche. Decise per l’invasione di Baia dei Porci, attuata poi dalla Cia sotto il suo successore, John F. Kennedy.


Due giorni prima dello sbarco, aerei Usa con bandiera cubana sulla fusoliera bombardarono tre basi militari aeree a Cuba, per ridurre la capacità di risposta del nemico. Il giorno dopo, ai funerali di un cubano ucciso nell’attacco, Castro per la prima volta dichiara socialista la sua rivoluzione, in un infuocato discorso all’Avana. “Ciò che l’imperialismo non ci perdona -afferma- sono la dignità, l’integrità, il coraggio, la fermezza ideologica, lo spirito di sacrificio e rivoluzionario del popolo cubano. Non possono perdonarci che davanti al loro naso abbiamo fatto una rivoluzione socialista”. La mattina dopo, esuli cubani arrivano a Baia dei Porci dal Nicaragua e inizia la battaglia: 160 morti sul fronte Usa e altri 100 tra civili e militari cubani. Nel ‘62 Washington e l’Avana si accordano per lo scambio di 1.113 prigionieri detenuti a Cuba contro medicine e cibo. Kennedy aveva rinunciato a invadere l’isola dopo la crisi dei missili a Cuba dell’ottobre 1962.