A Ventimiglia la protesta dei centri sociali

VENTIMIGLIA – Il paradosso: insegnare ai francesi cos’è un cittadino. E’ questo il primo slogan dei ragazzi italiani che si sono radunati a Ventimiglia ben intenzionati ad accompagnare i tunisini oltre frontiera. Ma il coup de theatre della prefettura di Aix en Provence che ha cancellato tutti i treni per la Francia ha vanificato sogni e intenzioni.


– Se diritti devono essere siano uguali per tutti – ha detto Paolo, del centro sociale Ya Basta -. Ci pare un paradosso dover insegnare proprio ai francesi cosa vogliono dire le parole libertà, fratellanza e uguaglianza.
E quando vorrebbero andare sotto il consolato a urlare la loro rabbia per quella che considerano una violazione al trattato di Schengen tirano fuori dai cilindri colorati delle utopie lo slogan: ‘’Oggi i confini li togliamo noi’’. Niente da fare: la Francia resiste e schiera sul confine quella polizia speciale antisommossa che non dialoga mai. Con i poliziotti, le reti e i manganelli francesi che restano lontani, per adesso.


A dividere i ragazzi italiani e tunisini dal sogno di una terra che pure non li vuole sono i poliziotti e i carabinieri.
– Ma anche loro devono capire che questa è una violazione dei diritti internazionali sanciti con un accordo europeo – dicono le voci dei centro sociali sommerse dai canti di ribellione in arabo.
E quando gli avvocati che tutelano i migranti spiegano che, in fondo, la decisione della Francia di chiudere momentaneamente la frontiera non è una violazione di Schengen perchè fatta a difesa dell’ordine pubblico c’è chi si mette a ridere.
– La Francia ha paura di noi – commenta Alessandro che ha sì e no 20 anni e viene dal Veneto.
– Alla faccia della grandeur – aggiunge Isabella che viene da Genova.


Una farsa, dicono in tanti mentre spiegano ai ‘copains’ tunisini seduti sulle verghe della ferrovia in un sit in improvvisato cosa sta succedendo. In poche parole, se i centri sociali non si fossero presi a cuore la questione dei tunisini da accompagnare oltre frontiera la Francia non avrebbe potuto chiudere il passaggio. Quando i ‘capi’ dei centri sociali mediano con la polizia e ottengono che i migranti siano tutti nuovamente ricoverati al centro di accoglienza, il sit in si scioglie e la ferrovia torna a essere libera. I treni non ci sono ma prima o poi torneranno a correre tra Italia e Francia. E allora ‘’i ‘compagni’ tunisini non dovranno più aspettare’’.