Crisi: indagine Mediobanca-Unioncamere, spinge l’export

ROMA – Sono state le prime a risentire della crisi ma ora sono quelle che stanno reagendo meglio: le medie imprese industriali guardano con maggior ottimismo delle altre al 2011. L’indagine annuale Mediobanca-Unioncamere mostra molti segni ‘più’: in aumento la quota di medie imprese italiane che prevede incrementi di fatturato (63,7% rispetto al 61,7% del 2010) e di produzione (55,9%), grazie a un export in forte espansione. In quanto a crescita le medie (sono 4.030, circa 144 addetti) battono le grandi, nonostante una maggiore pressione fiscale: se questi campioni del ‘made in Italy’, indica la ricerca, avessero pagato gli stessi oneri fiscali delle grandi imprese (32,9% invece del 45,5%) avrebbero ‘risparmiato’ in dieci anni quasi 9 miliardi di euro.


E sono export ed espansione all’estero le chiavi di volta della migliore performance, dopo il baratro del 2009 (fatturato crollato del 16,3%). La propensione all’export per le ‘aziende di mezzo’ passa da una quota dell’83% nel 2009 al 94% nel 2011; e se il 57,3% prevede per quest’anno che le vendite all’estero continueranno a volare, nello stesso tempo il 42% è convinto che riprenderà rigore anche il mercato domestico.


Nel tempo, indica lo studio, questa tipologia di imprese ha allargato la propria presenza sui mercati mondiali anche attraverso processi di acquisizione: sono 1.834 le aziende estere controllate dalle nostre, di cui 355 manifatturiere. Sono aziende che hanno reagito alla crisi ampliando il raggio dei mercati di sbocco. Se nel 2008 un terzo delle imprese esportava nella sola Ue, nel 2010 sono solo il 33%, ma ben l’88% l’anno scorso ha operato sia in Ue che nei mercati extra-Ue (13% Usa, 11% Russia ed Est Europa, 9% Brasile, India e Cina, 7% paesi Arabi). Buone notizie anche sul fronte dell’occupazione: il 30,5% delle imprese ha ripreso lo scorso anno ad assumere, riducendo il ricorso alla cig.


Ma se migliorano i rapporti con le banche (il 19% ha ottenuta la moratoria dei debiti), peggiorano i pagamenti dei clienti: solo il 12% li ottiene in 60 giorni, il 47% oltre 90. Le medie imprese assicurano il 16% del valore aggiunto della manifattura italiana, percentuale che sale al 24% considerando l’indotto, dal 2007 vedono i profitti crescere. A livello territoriale, le ‘imprese di mezzo’ sono concentrate soprattutto nell’area Nord-Est-Centro e in Lombardia. Segnali positivi per tutta l’industria arrivano intanto dall’Istat. A febbraio il fatturato registra un incremento congiunturale dell’1,5%, e dell’12,8% rispetto a febbraio del 2010. Nello stesso mese crescono anche gli ordini: +1,9% rispetto a gennaio 2011 e +16,2% tendenziale.