Scoppia il nuovo ‘Caso rai’

ROMA – Lettere di richiamo per Giovanni Floris, Lucia Annunziata e Michele Santoro: sono quelle che il direttore generale della Rai Mauro Masi ha inviato, in tema di par condicio, ai direttori di Tg3, Bianca Berlinguer, e Tg2, Mario De Scalzi (che regge l’interim della testata) come responsabili in questa fase dei talk show e dei programmi di approfondimento. Il rilievo – per tutti – è di aver violato il pluralismo. E subito in Rai si è aperto un nuovo caso. Del resto Masi (sul quale in questi giorni sono corse nuove indiscrezioni di un suo prossimo abbandono dell’incarico a Viale Mazzini per la Consap), in vista del voto amministrativo del 15 e 16 maggio, ha inviato lo scorso 18 aprile (alla mezzanotte è scattata la seconda fase, quella piu’ ”stretta”) una nota a tutte le strutture dell’azienda nella quale ha ricordato le ”regole” a cui attenersi secondo quanto stabilito dalla commissione di Vigilanza sulla Rai.


Le lettere di oggi non hanno riguardato però soltanto i programmi di Lucia Annunziata, Giovanni Floris e Michele Santoro, ma anche direttamente il Tg3 e il Tg2: ad entrambi è stato chiesto un riequilibrio nei confronti o della maggioranza o dell’opposizione. Per l’Annunziata (che ha rivelato l’arrivo delle lettere) il rilievo è stato indirizzato al suo ‘Potere’ per la puntata dedicata alla magistratura, quella con i due giudici milanesi Pierluigi Davigo e Armando Spataro e con l’ex ministro della giustizia Roberto Castelli: il richiamo – ha detto la giornalista – è ”senza ulteriori specificazioni ai dettami generali previsti dalla par condicio”. Annunziata ha obiettato però che nel programma in questione ”non ci sono stati sbilanciamenti” ed ha ricordato che ”i due giudici sono figure istituzionali e quindi al di fuori della par condicio”.


Per ‘Ballarò’ invece la puntata sotto accusa è stata quella con il ministro Mariastella Gelmini e il vicesegretario del Pd Enrico Letta dello scorso 19 aprile sui temi politici e sulla scuola. Un rilievo che, tuttavia, Floris ha ritenuto ”inverosimile”, aggiungendo che la puntata ”è stata corretta ed equilibrata” e lamentando di non essere nemmeno ”stato sentito dall’azienda”. In suo favore si è schierato il ministro Rotondi che pur nutrendo ”stima e rispetto” nei confronti di Masi ha detto ”per esperienza diretta” che Ballarò ha sempre ”espresso professionalità ed equilibrio”.


Alla notizia dell’iniziativa di Masi, l’opposizione ha fatto barriera. Pardi dell’Idv ha ooservato che la ”vera violazione” della par condicio è la presenza del dg in Rai e gli ha chiesto dove è ”quando il tg1 di Minzolini o Radio Londra di Ferrara si travestono da megafoni di Arcore”. Il Pd ha parlato di ”un tentativo di intimidazione” a poche settimane del voto ”rivolto a quegli autori e giornalisti che continuano a fare il loro mestiere con equilibrio attenzione al pluralismo”. Per Massimo Donadi, sempre dell’Idv, Masi ha interpretato le ”ossessioni berlusconiane”. Merlo del Pd ha sottolineato che la par condicio per Masi è un optional ”a prescindere da chi la rispetta e da chi lo viola. E soprattutto i programmi, le testate e i conduttori dimenticati” dal dg.


Per il portavoce del Pdl Daniele Capezzone le polemiche di Pd e Idv hanno mostrato invece ”la coda di paglia di chi sa bene (anche se lo nega) che i maggiori talk show della rai sono arene non certo ostili alla sinistra”. A loro – ha aggiunto – piace ”una impar condicio che vede più volte a settimana esercizi di antiberlusconismo televisivo a senso unico”. In difesa di Annunziata, Floris e Santoro è sceso in campo il segretario dell’Usigrai Carlo Verna dicendo che ”nessuno si lascerà intimidire dai richiami di Masi’ A Lui ha replicato Francesco Casoli componente per il Pdl in Vigilanza Rai:


– Il richiamo del direttore generale Masi ribadisce sostanzialmente ciò che tutti sanno. Anche quelli come Verna, che cercano di tutelare uno status quo scandalosamente fazioso.