Libia, Misurata di nuovo sotto le bombe del raís

ROMA – Misurata è ancora sotto i bombardamenti delle truppe verdi. La ritirata annunciata ieri dall’esercito di Gheddafi non ha riportato la pace nella città simbolo della rivolta, sotto assedio da settimane, che continua a contare le sue vittime: 36 da ieri, 8 solo oggi, e centinaia di feriti. Dall’alba razzi Grad sono stati lanciati a raffica sulla città e, secondo alcuni testimoni, al fianco dei governativi, sono comparsi anche combattenti tribali e civili. Nessuna ritirata, dunque. E neppure una ”sospensione temporanea” dei combattimenti, come si è affrettato a precisare il ministro degli Esteri libico Khaled Ka&lsaquom, dopo l’annuncio di ieri su passaggio del testimone tra le truppe e le tribù. E come hanno confermato anche i ribelli:


– La situazione è molto pericolosa – ha detto un portavoce degli insorti, spiegando che i razzi prendono di mira soprattutto ”il centro della città e le zone residenziali”. Le bombe delle forze di Gheddafi, sempre secondo testimoni, hanno raggiunto anche zone vicine al posto di frontiera di Dehiba, tra Tunisia e Libia, il principale punto di passaggio tra i due paesi che era stato occupato dagli insorti.


E se il papa, nel messaggio Urbi et Orbi al termine della messa di Pasqua, si è augurato che in Libia la diplomazia e il dialogo prendano il posto delle armi, il senatore americano John MacCain, ha esortato gli Stati Uniti ad intensificare i bombardamenti aerei sulla Libia sostenendo che lo stallo militare prolungato favorirebbe Al Qaida.


– Se preoccupa il rischio che Al Qaida possa prendere parte al conflitto, non c’è nulla di cui possa beneficiare di più che una situazione di stallo – ha detto MacCain, che nel fine settimana è stato a Bengasi. Una visita nella città roccaforte dei ribelli è stata annunciata anche dal Ministro degli Esteri Franco Frattini, che, ha assicurato, andrà ”a breve” a Bengasi per ”inaugurare il consolato italiano”. Intanto il leader del Cnt, Mustafa Abdel Jalil, ha riferito che il Kuwait ha stanziato 177 milioni di dollari per aiutare i ribelli libici.