Evacuate altre 5 città

TOKYO – Il governo giapponese ha incluso altre città fuori dal raggio di 20 km dalla centrale nucleare di Fukushima nell’ordine di evacuazione a causa dei timori sugli elevati livelli di radiazioni. Lo ha annunciato il capo di gabinetto, Yukio Edano, per il quale i residenti di Katsurao, Namie e Iitate e parte di quelli di Kawamata e Minamisoma, tutte nella prefettura di Fukushima, devono lasciare le abitazioni al più tardi a fine maggio. L’annuncio, giunto all’indomani della definizione del divieto di accesso nell’area di 20 km intorno alla centrale danneggiata dal sisma/tsunami dell’11 marzo, è stato fatto “rispettando le norme raccomandate a livello internazionale e di monitoraggio delle radiazioni sulla base dei dati raccolti: vi è la possibilità – ha detto Edano – che gli abitanti dei 5 comuni ricevano dosi di 20 millisievert nel corso di un anno”.


Intanto, il governo ha approvato ieri lo schema dell’extra budget da 4.015 miliardi di yen (circa 34 miliardi di euro) per la ricostruzione post 11 marzo, senza emettere – per ora – titoli di Stato. Le misure includono costruzione di alloggi temporanei, riparazione di infrastrutture e concessione di prestiti a basso interesse per le pmi. “Non è facile coniugare rigore di bilancio e necessità di sostenere spese di notevole entità”, ha detto il ministro delle Finanze, Yoshihiko Noda. Quanto alle risorse finanziarie, il governo ha detto di voler rivedere alcuni programmi del welfare, ridurre i contributi alle organizzazioni internazionali e tagliare le spese dei parlamentari. A breve sarà preparato un secondo extra budget su cui il governo non ha detto chiaramente se vuole finanziarlo con nuovo debito, mentre diversi deputati hanno chiesto l’aumento dell’emissione di titoli di Stato o il rialzo dell’Iva, attualmente ferma al 5%.


Per i cittadini, intanto, continuano i problemi. Il ministero della Salute aprirà una indagine dopo che tracce di iodio radioattivo sono state trovate su 4 donne in allattamento dell’area a est e nordest di Tokyo. Il fronte del latte radioattivo è stato aperto dall’associazione per la maternità ‘Network di supporto madre-figlio’, che dal web ha lanciato l’allerta sulla contaminazione inconsapevole, innescando una reazione a catena che ha portato il governo di Tokyo a prendere iniziative. “C’é la preoccupazione che il latte materno possa essere contaminato dalle radiazioni” recita il messaggio di denuncia postato sul blog dell’associazione.