Venezuela, aumentano gli stipendi

CARACAS – Dopo l’annuncio dell’incremento di circa il 25 per cento del salario minimo, il presidente Chávez ha reso noto che l’aumento del resto dei salari dei lavoratori è stato deciso d’accordo ad una ben precisa scala. Stando al capo dello Stato, gli aumenti degli stipendi nel settore pubblico andranno da un 45 per cento (gli impiegati) fino ad un 66 per cento (gli operai).

Il presidente Chávez ha riconosciuto che stipendi e la scala salariale del settore pubblico non erano stati adeguati alla realtà del paese dal 2008. E ha anche ammesso che non soddisfano le esigenze dei lavoratori. Quindi ha sottolineato che l’annuncio è stato fatto con ritardo perchè bisognava assicurare le risorse per coprire le spese.

– La meta raggiunta – ha precisato il capo dello Stato – non mi soddisfa ancora. Il salario del Venezuela, comunque, è il più alto dell’America Latina.

Alla domanda se gli incrementi decisi dall’esecutivo avranno validità anche per i lavoratori contrattati nel settore pubblico, la ministro María Cristina Iglesias ha precisato:

– Stiamo studiando la questione. Non tutti i casi sono uguali.

L’aumento dei salari nel settore pubblico, com’è logico, avranno ripercussione su quelli del settore privato, fungendo da elemento trainante. I sindacati non filogovernativi hanno criticato che la decisione è stata presa senza consultare le organizzazioni dei lavoratori, come d’altronde il governo del presidente Chávez fa ormai da anni, mentre gli industriali – specialmente i proprietari delle aziende piccole e medie – hanno dichiarato che tali incrementi mettono in ginocchio il settore produttivo che piú mano d’opera impiega e hanno vaticinato la chiusura di tante aziende. Gli industriali, pur riconoscendo la necessità di adeguare gli stipendi dei propri impiegati, hanno illustrato che con una inflazione ufficiale di quasi il 30 per cento e con la caduta del consumo difficilmente sarà possibile affrontare la spesa che rappresenta un incremento del 45 per cento delle remunerazioni ai lavoratori.