Attacco gasdotto Sinai, Israele proccupato

IL CAIRO – Uomini armati hanno attaccato il gasdotto di El Arish che porta gas naturale dall’Egitto verso Israele. Il terminal esploso si trova a 344 km a nord est del Cairo. L’oleodotto è ora spento e le forniture di gas verso Israele e Giordania interrotte.


Il 27 marzo scorso era stato collocato esplosivo nel gasdotto di al-Sabil, ma l’attentato era stato sventato. Il terminal era già stato oggetto di un atto di sabotaggio a febbraio durante la Rivoluzione culminata con la deposizione dell’ex presidente Mubarak.


Israele, che dipende per il 40% del gas dal Sinai, è preoccupato dai sabotaggi ma per ora preferisce continuare a comprare il gas dal Cairo. “C’è preoccupazione” afferma il portavoce del governo israeliano Avi Pazner. Israele ha altre “alternative” per il rifornimento, dice l’ex ambasciatore in Italia, “ma preferiamo vedere se possiamo continuare a comprare gas dall’Egitto”, afferma Pazner, spiegando che “c’è anche un motivo politico, vogliamo mantenere buoni rapporti con l’Egitto”.


L’ex ambasciatore ricorda che Israele ha scoperto enormi giacimenti di gas nel mare che potranno essere sviluppati. Ma per ora all’Egitto spetta “provvedere alla sicurezza del gasdotto”. Per il ministro delle Infrastrutture Uzi Landau, Israele “deve prepararsi a una situazione in cui il rifornimento dall’Egitto venga interrotto”.


La Compagnia elettrica di Israele ha detto che userà tutte le risorse per riattivare il servizio di gas, “anche l’uso di combustili alternativi approvato dal ministero nazionale delle Infrastrutture e dal ministro della Protezione dell’Ambiente”.