Venezuela, maxisequestro in carcere dai reclusi che chiedono attenzione medica

CARACAS – Dal penitenziario El Rodeo II di Caracas – dove da mercoledì un gruppo di prigionieri mantiene sequestrati 21 funzionari del ‘Ministerio del Poder Popular para Relaciones Interiores y Justicia’ e il direttore della struttura – il viceministro di Politica Interna e Sicurezza giuridica, Edwin Rojas ha dichiarato che le autorità asseconderanno le richieste di assistenza medica sollecitate dai carcerati. Ha precisato però che l’Esecutivo potrà dialogare con questi ultimi solo quando saranno liberati gli ostaggi.


Il viceministro Edwin Rojas ha affermato che non esiste all’interno dell’area penitenziaria un inizio di epidemia , come era stato denunciato dai reclusi. A questo riguardo, ha precisato che l’ipotesi è stata scartata dopo le analisi effettuate da un gruppo di medici portati all’interno del carcere. Inoltre, ha promesso un miglioramento dell’area infermieristica e un esame medico dei carcerati.


– Seguiamo il piano di umanizzazione delle carceri pianificato dal presidente Hugo Chávez – ha dichiarato il viceministro.

Il direttore dell’Osservatorio Venezuelano delle carceri, Humberto Prado considera che la situazione de El Rodeo II non possa essere riscattata violando un altro diritto ma precisa:
– Bisogna essere nei panni di quelli che stanno in carcere, quando nelle loro braccia muooiono compagni per mancanza si attenzione medica. Il problema dei penitenziari non si risolve con le buone intenzioni, ma con esperienza, buona gestione e risorse adeguate.


Il direttore dell’Osservatorio, riferendosi al sovraffollamento carcerario, ha dichiarato che i ritardi processuali incrementano la gravità della situazione ed è mancata volontà politica per trovare una soluzione alla crisi.

María Torrilla, portavoce dei familiari dei carcerati, ha dichiarato che questi ultimi termineranno la protesta solo quando potranno parlare direttamente con il ministro degli Interni e della Giustizia, Tareck El Aissami, per esporgli i loro problemi.


– Chiedono salute – ha detto Torrilla – medici che valutino il loro stato. Perché due persone sono morte di tubercolosi, uno è in ospedale ed un altro è stato trasportato in un altro carcere.