Missione in Libia, la Camera voterà

ROMA – Il Pdl ha provato fino all’ultimo ad impedire la conta in Aula ma le opposizioni l’hanno spuntata e martedì 3 maggio la Camera voterà sulle mozioni presentate da Pd, Terzo Polo e Fli e probabilmente su un testo che, nelle speranze del Cavaliere, possa riunire Pdl e Lega. Dispositivi che, tranne quello dell’Idv, non mettono in discussione i bombardamenti in Libia ma puntano a verificare la presenza della maggioranza in politica estera.

Il premier Silvio Berlusconi spera nella sponda del Colle che, nei suoi contatti con l’opposizione, avrebbe invitato ad un gesto di responsabilità con una convergenza bipartisan sulle mozioni. Stretti tra l’appello del Quirinale e la convinzione che alla fine, come dice Franceschini, ‘’la Lega calerà le braghe’’, ieri mattina Pd e Terzo Polo hanno sciolto le riserve e sono arrivati alla riunione dei capigruppo con il testo delle mozioni in mano. Senza dubbi, già da ieri, l’Idv, l’unico partito dell’opposizione ad opporsi ai bombardamenti e a sfidare sul terreno del ‘pacifismo’ il Carroccio.

Il capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto tenta di bloccare la prova di forza delle opposizioni giudicando ‘’improponibile una mozione che torni su quanto il Parlamento ha già deliberato il 24 marzo scorso’’ quando fu votata la risoluzione Onu. Ma, a quanto si apprende, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha assicurato che avrebbe valutato ‘’in modo scrupoloso’’ che le mozioni non confliggessero con quanto già autorizzato dall’Aula.

Problema inesistente visto che Pd e Terzo Polo chiedono, nel caso dei democratici, di ‘’continuare ad adottare ogni iniziativa necessaria per proteggere i civili in coerenza con le deliberazioni dell’Onu e del Parlamento italiano’’. E il testo del Terzo Polo impegna il governo ad aumentare la ‘’flessibilità operativa dei propri velivoli con azioni mirate contro specifici obiettivi militari’’.

In vista del passaggio parlamentare, al quale anche la Lega si è detta favorevole, anche il Pdl si attrezza a presentare un proprio testo con l’obiettivo di ricucire i rapporti con il Senatur e, contemporaneamente, portare l’opposizione dalla stessa parte. Con questo obiettivo è al lavoro il capogruppo dei Responsabili Luciano Sardelli che, incontrando Berlusconi, gli avrebbe proposto, a quanto si apprende, come via di uscita ai problemi con il Senatur l’indicazione nella mozione che l’impegno italiano sarà a tempo. Ipotesi che ha trovato d’accordo il presidente del Consiglio che nella telefonata di lunedì scorso con il presidente Usa Barack Obama aveva già posto la questione temporale.

La mozione del Pdl si rifarebbe alle parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al quale il premier Silvio Berlusconi guarda per cercare di far rientrare la rottura dentro la maggioranza. E l’immagine di un’Italia unita nella missione internazionale sta molto a cuore al Colle che avrebbe preferito evitare un voto in Aula. Napolitano, a quanto si apprende da fonti parlamentari, ha sondato per telefono i leader di Pd e Terzo Polo chiedendo di mettere in primo piano l’interesse generale del paese rispetto alla battaglia politico-elettorale e evidenziando la possibilità di una convergenza nel voto sulle mozioni di maggioranza e di opposizione che, fatta eccezione per quella della Idv, sostengono la decisione del governo sui bombardamenti. Una richiesta impegnativa dal punto di vista della battaglia politica che sarà valutata alla luce del testo della maggioranza.

Braccio di ferro con la Lega, il premier cerca sponda nel Colle

Le tensioni con la Lega Nord sulla gestione della crisi libica. Attorno a questo tema si incentra il faccia a faccia di ieri sera tra il presidente della Repubblica ed il premier. Un incontro che viene fissato nel pieno del braccio di ferro tra il capo del governo ed il leader del Carroccio Umberto Bossi contrario alla decisione di partecipare con raid aerei ai bombardamenti, sia pur mirati. Ma nell’agenda ci potrebbe essere anche una ricognizione, si ragiona in ambienti di maggioranza, sul prossimo rimpasto ed la riassegnazione delle caselle dei sottosegretari lasciate libere da Fli.

Che la situazione sia complicata il Cavaliere non lo ha nascosto ad alcuni deputati che ieri mattina sono andati a trovarlo a palazzo Grazioli. E proprio con loro Berlusconi ha anticipato il ragionamento che andrà poi ad approfondire con il capo dello Stato. L’obiettivo è quello di trovare sulla politica estera una sponda in Giorgio Napolitano. Con il Colle ‘alleato’ avrebbe spiegato il premier ai suoi, possiamo fare pressing sia sulla Lega, ma soprattutto sull’opposizione. Lo strumento per cercare di ricucire i rapporti con il Senatur e, contemporaneamente, portare l’opposizione della stessa parte potrebbe essere la stesura di una mozione che ricalchi quanto detto dallo stesso Napolitano sul ruolo dell’Italia ribadendo che i raid mirati ricalcano la risoluzione dell’Onu. Parole che rispecchiano, ha sottolineato sempre il Cavaliere, la linea scelta dall’esecutivo. Una decisione che il presidente del Consiglio, a quanto racconta chi ha avuto modo di parlargli, in realtà non avrebbe mai voluto prendere: E’ una scelta che mi fa soffrire – avrebbe confidato – non è stato facile visti i rapporti che abbiamo con la Libia.

Berlusconi si sarebbe detto rammaricato per il fatto che l’Italia non ha avuto la possibilità di seguire la linea neutralista della Germania. Di fronte ad una situazione così complicata, la richiesta fatta dal premier ai suoi è quella di abbassare i toni. E certo gli attacchi diretti, anche sulla prima pagina del quotidiano di famiglia, al ministro dell’Economia Giulio Tremonti non aiutano.

Dopo l’intervista del ministro dei Beni Culturali Giancarlo Galan, critico nei confronti del titolare del Tesoro, ieri è stato sempre il ‘Giornale’ a puntare il dito contro il ‘super ministro’: ‘Tremonti aizza la Lega’, e’ il titolo di apertura del quotidiano milanese. Un attacco da cui il Cavaliere, con una nota diffusa nel primo pomeriggio, prende le distanze: ‘’Riconfermo la mia piena fiducia nel ministro Tremonti – mette in chiaro – lui è impegnato con me a ritrovare con la Lega i termini di un comune impegno politico anche sulla politica estera’’.

Un ruolo da mediatore insomma quello che il Cavaliere affida al titolare dell’Economia anche se fino ad ora i risultati non sembrano essere quelli attesi. Nonostante il presidente del Consiglio continui a ripetere che con Bossi si troverà una soluzione (ci conosciamo da 20 anni, il rapporto è solido) la Lega appare irremovibile.
– Di male in peggio – è il commento secco del ministro per le Riforme Roberto Calderoli alla notizia dei primi raid aerei italiani. A preoccupare il premier però non è il Senatur ma i colonnelli leghisti ed in particolare Roberto Maroni. Con il Capo dello Stato si potrebbe parlare anche dei nuovi ingressi al governo. L’intenzione del Cavaliere è quella di procedere al momento solo con l’assegnazione dei posti al gruppo dei ‘Responsabili’ in modo da placarne i malumori, ieri amplificati nel corso di una riunione del gruppo, ed evitare ripercussioni nelle votazioni in Aula (ieri nel voto sul Def 6 di loro erano assenti).

Indubbiamente le tensioni nella maggioranza, la pressione elettorale e l’idea di perdere dei consensi, portano Berlusconi a correre ai ripari. Il Cavaliere è allo studio di una ‘contromossa’, qualcosa che lo faccia uscire dall’angolo, si sintetizza in ambienti del Pdl, dimostrando un’autonomia decisionale rispetto agli altri leader europei.