Wojtyla proclamato beato ma per la folla è giá Santo

CITTA’ DEL VATICANO – Da ieri è il ‘’beato Giovanni Paolo II’’, ma per la folla è già santo. Il ‘’profumo della sua santita’’’ che, secondo Benedetto XVI, aleggiava sei anni fa nel giorno dei funerali, ha riempito nuovamente l’aria di Roma, tra oltre un milione di pellegrini – un milione e mezzo secondo la Questura stando alle riprese aeree – che hanno invaso la capitale per celebrare Wojtyla nel primo passo sulla via della canonizzazione: e il ‘’santo subito’’ risuonato di nuovo in Piazza San Pietro non è più una richiesta o un’invocazione, ma ormai una certezza. Potrebbero bastare “pochi anni”, ha detto, in serata, il segretario di Stato vaticano, card.Tarcisio Bertone.


Nel proclamare beato il suo predecessore, rievocandone nella solenne messa dinanzi a decine di capi di Stato e di governo l’appello di inizio pontificato, Ratzinger ha rilevato come egli abbia ‘’aperto a Cristo la società, la cultura, i sistemi politici ed economici, invertendo con la forza di un gigante – forza che gli veniva da Dio – una tendenza che poteva sembrare irreversibile’’.


– La carica di speranza che era stata ceduta in qualche modo al marxismo e all’ideologia del progresso – ha detto -, egli l’ha legittimamene rivendicata al Cristianesimo, restituendole la fisionomia autentica della speranza.


1,5 milioni di pellegrini — Fin dalla notte il grande afflusso da numerosi Paesi – moltissimi i polacchi – ha messo a dura prova il dispositivo logistico intorno a Piazza San Pietro. I varchi dal fondo di Via della Conciliazione sono stati aperti con largo anticipo alle 2 (anzichè alle 5.30) per ragioni di ordine pubblico, dopo di che la folla si è ammassata verso la piazza in attesa dell’apertura definitiva, all’alba. Tutta l’area fino a Castel Sant’Angelo è rimasta piena di fedeli durante tutta la cerimonia, mentre altre decine di migliaia hanno preferito ripiegare verso le zone di Roma dov’erano i maxischermi, tra cui il Circo Massimo, teatro della veglia con 200 mila fedeli.


Le reliquie — A portare all’altare la reliquia del beato, un’ampolla del suo sangue in un reliquiario d’argento, sono state suor Tobiana, per 27 anni al servizio nell’appartamento papale, e suor Marie Simon-Pierre, la cui guarigione dal Parkinson ha aperto la strada alla beatificazione. Giovanni Paolo II sarà festeggiato il 22 ottobre di ogni anno nella Chiesa di Roma e in quella polacca. Al momento della proclamazione da parte di Benedetto XVI, alla scopertura dell’arazzo col ritratto di Wojtyla sulla facciata di San Pietro grandi scene di giubilo e di commozione tra i fedeli, sventolio di bandiere, applausi, lacrime, e di nuovo il grido ‘’santo subito’’.


Davanti al feretro — La teca con le spoglie mortali del nuovo beato, traslata in basilica dalle Grotte vaticane, è stata meta della lunga sfilata dei fedeli dopo la cerimonia, durata ore. Benedetto XVI si è inginocchiato in preghiera davanti al feretro, poi baciato ad uno ad uno dai cardinali concelebranti. Quindi, dopo le delegazioni ufficiali, l’interminabile ‘’serpentone’’ dei pellegrini in venerazione.


87 delegazioni ufficiali — Alla cerimonia sono intervenute 87 delegazioni ufficiali, con 16 capi di Stato, cinque case regnanti, vari primi ministri. Per l’Italia il presidente Giorgio Napolitano, il premier Silvio Berlusconi, i presidenti di Senato e Camera Schifani e Fini, altri membri del governo come Gianni Letta e Angelino Alfano. Dopo la cerimonia, Napolitano e Berlusconi hanno avuto un breve colloquio con papa Ratzinger all’interno della Basilica, nei locali della sagrestia.


– E’ straordinario – è stato il commento rivolto dal premier al Pontefice, mentre Napolitano ha dato l’appuntamento al Papa a giovedì, per il concerto che quella sera il presidente gli offrirà nell’Aula Paolo VI. Durante il Regina Caeli, al termine della cerimonia, il Papa aveva anche ringraziato il presidente Napolitano e il premier, seduto accanto a quest’ultimo, aveva applaudito. Ringraziamenti anche al sindaco di Roma, Alemanno.


Massime misure di sicurezza — Misure di sicurezza “massime” sono stata messe in atto in piazza San Pietro dall’alba di ieri e in tutta Roma nei due giorni del fine settimana. Intensa anche l’attività informativa degli 007.
Muore Cardinale — Benedetto XVI ha concelebrato la beatificazione con i cardinali, ma il cardinale spagnolo Agustin Garcia-Gasco Vicente, ex arcivescovo di Valencia, è morto proprio ieri mattina d’infarto, poco prima della cerimonia. Ha accusato il malore ed è stato trasportato in un vicino ospedale dove ha cessato di vivere. Aveva 80 anni.


La messa di Bertone — Gli eventi liturgici della beatificazione di Wojtyla si chiudono oggi, ancora in Piazza San Pietro, con la messa di ringraziamento del card. Tarcisio Bertone. La gestione del flusso di pellegrini ieri ha un po’ scricchiolato sotto la pressione ma alla fine ha retto. Per gli organizzatori, ‘’la partecipazione numerica è stata al di lá di ogni aspettativa’’. E per molti non si dovrà aspettare molto per tornare a Roma a celebrare, in Wojtyla, un nuovo santo.


Il popolo di Karol rende omaggio al suo eroe


ROMA – Un Papa straordinario che ha cambiato il mondo e che merita la santità. Un pontefice ma anche un ‘’soldato di Dio’’, ‘’un uomo e un santo’’. In ogni caso per questo oceano di pellegrini che affolla piazza San Pietro in attesa di sfiorare ancora con gli occhi il feretro e l’ampolla col sangue di Wojtyla, questo Papa è stato ed è il ‘’nostro eroe’’. E’ il popolo di Karol: lingue ed età diverse, jeans o veli da suora, scarpe da ginnastica o sandali da frate, ma tutti accomunati dalla voglia ‘’di esserci per lui’’.


Senza sosta alcuna, dal loro arrivo a Roma, hanno sfidato la pioggia di l’altrio ieri al Circo Massimo e il gran caldo di ieri in piazza San Pietro per rivolgere una preghiera al neo beato. Tra i tanti pellegrini c’è suor Maria, lei arriva dal Costa Rica e non esita a ricordare che ‘’ero in questa piazza il giorno in cui il papa è morto e non potevo mancare oggi che è un giorno di grande festa perchè è stato proclamato beato’’.


Dopo una lunga attesa all’esterno i pellegrini raggiungono finalmente la basilica ed una volta varcato l’ingresso iniziano a scattare in rapida successione le prime foto per ricordare ‘’un giorno straordinario – raccontano – per tutti coloro che hanno fede’’. In fila, poggiato sulle spalle del padre, c’e’ anche Gianluca, un bambino di cinque anni della provincia di Padova. Lui non ha conosciuto Giovanni Paolo II però i genitori, che erano dei Papaboys, gli hanno raccontato di quest’uomo straordinario.


– Per noi – raccontano i genitori del bimbo – Giovanni Paolo II è sempre stato santo . Siamo qua per testimoniare la grandezza di un uomo che con la parola è riuscito ad avvicinare alla Chiesa tante persone. E’ questo il vero miracolo di Wojtyla.


Dentro la basilica c’è chi si inginocchia e chi si ferma ai lati dell’altare per pregare. Una processione senza fine che lambisce l’altare e il feretro del Papa Beato, che si snoda tra preghiere e rosari sgranati lentamente. Intorno all’altare anche tanti disabili, quasi a vegliare Giovanni Paolo II. Prima di lasciare la basilica c’è chi rivolge un ennesimo sguardo verso l’altare centrale e chi invece lancia un bacio in segno di saluto. Nel momento del congedo però molti non riescono a trattenere le lacrime ed ecco che c’è quasi la voglia di ritornare indietro per un ennesimo saluto. Ma il personale Vaticano invita tutti a non fermarsi e a raggiungere rapidamente l’uscita per consentire che la lunga catena umana che sta all’esterno possa defluire e tutti possano rendere omaggio a Giovanni Paolo II. Tra i numerosi pellegrini anche un gruppo di militari di Cracovia che, in divisa, sono entrati a San Pietro e hanno voluto omaggiare il Pontefice alla loro maniera, ovvero offrendo un saluto militare a quello che per loro ‘’il soldato di Dio’’.


In piazza San Pietro intanto dai megafoni viene diffusa la voce di Wojtyla ad accompagnare le migliaia di fedeli che ancora vogliono entrare ‘’perchè è il giorno di Wojtyla ma anche il nostro, il giorno di chi gli ha voluto bene’’, spiega Angela, scout di Firenze. E Salvatore, di Palermo, ha un modo tutto suo per ringraziare ‘’questo Papa che era uomo e Santo’’: una volta uscito dalla basilica fa nuovamente il giro della piazza e si rimette in fila.