A Roma e Milano su le serrande

ROMA – A Roma e Milano si alzano le serrande di diversi in centro, ma la risposta dei contrari alle aperture nel giorno del Primo maggio non tarda ad arrivare. Lanci di vernice e uova contro vetrine di banche, agenzie interinali e immobiliari e iniezioni di acciaio liquido e schiuma poliuretanica nelle serrature delle serrande e nei bancomat: così ha preso forma, a Milano, la protesta contro i negozi aperti nel giorno della festa del lavoro. Gli ‘antagonisti’ hanno lasciato un manifesto con la scritta ‘Lasciate ogni speranza voi che entrate’.
A Roma, invece, blitz di oltre un centinaio di giovani manifestanti che ha bloccato, con presidi pacifici, l’attività di alcuni negozi del centro. Forme di contestazione di giovani precari in vista dello sciopero generale del 6 maggio, proclamato dalla Cgil. Nota di colore a Treviso, dove metà delle commesse della locale Coin ha scioperato contro la richiesta dell’azienda di lavorare.


Nella polemica maturata nei giorni scorsi sull’apertura dei negozi il primo maggio, ieri il sindaco di Firenze Matteo Renzi, che ha consentito di alzare le serrande nel centro storico, ha spiegato che non pensa di ‘rottamare’ la festa del lavoro, ma occorre ‘’prendere atto che si può festeggiare non solo sprangando le citta’ per motivi ideologici’’.


– Non mi pare la rottamazione del primo maggio e dei suoi valori – ha aggiunto intervenendo a ‘In 1/2 ora’ sui Rai3 – ma di certi atteggiamenti. Non si può immaginare di difendere i diritti solo un giorno all’anno.
MILANO. Non solo danneggiamenti. Protesta ‘’ironica e comunicativa’’ di una trentina di ‘’devoti di San Precario’’ in un supermercato aperto dove sono stati distribuiti volantini della MayDay 2011, il corteo di lavoratori precari organizzato a Milano il pomeriggio di ogni Primo Maggio. Quasi tutto aperto in centro, poche serrande alzate in via Manzoni, quasi tutto chiuso in via della Spiga e via Montenapoleone.
– Nessuno ci ha costretto a lavorare – ha detto una delle commesse -, ci hanno chiesto chi non aveva niente da fare lasciandoci quindi completa libert di organizzarci tra di noi`.


ROMA. ‘’Damose da fà. Semo precari’’ è lo slogan, che fa eco alla nota esortazione di Papa Wojtyla, che ha scandito la manifestazione di oltre un centinaio di studenti, lavoratori e immigrati. Emiliano, uno dei manifestanti, riuniti nella sigla ‘Uniti per lo sciopero’, ha spiegato:
– Registriamo un grande consenso da parte dei lavoratori indignati dal dover lavorare. Stiamo aiutando le commesse sfruttate a prendersi una pausa. Vista la precarietà selvaggia, lo sciopero è selvaggio.
FIRENZE: nel centro storico tanti i negozi aperti nelle strade più prossime a piazza della Signoria. Molti meno nel salotto per eccellenza dello shopping, via Tornabuoni, regno delle grandi firme: più solitarie le saracinesche alzate.


TORINO: Primo maggio con molte saracinesche abbassate nel centro dove l’apertura dei negozi era facoltativa. Nel cuore della città, a parte i bar, quasi tutti aperti, ha alzato le serrande solo il 20-25% dei negozi. Chiuse alcune catene di librerie e articoli di elettronica, tutte le gioielliere. Aperto invece il centro commerciale La Rinascente.


GENOVA E PALERMO: a Genova bar aperti solo al porto antico mentre a Palermo, complice anche una pioggia incessante, pochi i negozi aperti.