Roma sacra e profana

ROMA – Religiosa e laica, sacra e profana. E’ da sempre la doppia natura di Roma che ieri, nel primo maggio bifronte, è andata in scena nelle due piazze simbolo di questo dualismo: San Pietro, centro della cristianità, e San Giovanni, il catino che ospita manifestazioni tradizionalmente della sinistra.


In queste piazze si sono riversate centinaia di migliaia di persone, lasciando i quartieri svuotati e insolitamente silenziosi. La Capitale insomma ha offerto un programma tutto compreso: beatificazione e concertone. Con buona pace dei romani che, forse in via precauzionale, ma magari anche per altruismo, hanno lasciato la città a disposizione del milione e mezzo di pellegrini che ne ha affollato alcune zone e dei circa 200 mila che hanno preferito le note pop e rock.


I romani ‘di Roma’ hanno optato per la tradizionale ‘gita fuori porta’ e magicamente i quartieri più lontani dal centro storico e dalle zone sensibili vicino a San Pietro e a San Giovanni, hanno mostrato un volto agostano, tipico di una giornata afosa estiva più che di un week end del primo maggio. Al contrario, le due piazze, San Pietro e San Giovanni, erano gremite e hanno offerto due squarci di vita diversi ma che hanno accomunato una parte di persone, una doppia sfaccettatura che sta in bilico tra il sacro e profano. Qualcuno ha addirittura deciso di fare la spola: e così torme di giovani, soprattutto scout, finita la cerimonia di beatificazione hanno deciso una breve parentesi musicale a San Giovanni prima di tornare a casa. E sono passati dalla compostezza di una folla silenziosa e raccolta, a volte in ginocchio sui sampietrini, a quella più ‘easy’ del concertone del Primo maggio al ritmo di musica e satira politica.


Cosi’ per molti l’appuntamento in piazza è stato doppio. Dallo sventolio delle bandiere con l’immagine del Papa beato a quelle per dire ‘no’ al nucleare, dagli striscioni ‘’Santo subito’’ a quelli per rivendicare il diritto al lavoro.