Bin Laden è stato ucciso da un blitz Usa in Pakistan

WASHINGTON – “Osama Bin Laden è morto”. A dieci anni dagli attentati terroristici dell’11 settembre, il presidente Usa Barack Obama ha annunciato ieri notte in diretta tv la morte del nemico numero 1 degli Stati Uniti. Si tratta del “risultato più significativo raggiunto nella nostra lotta ad Al Qaeda. Giustizia è fatta”, ha detto Obama.

L’uomo più ricercato dai servizi segreti di tutto il mondo, ha aggiunto, è stato ucciso nel corso di un’operazione condotta dalle forze Usa vicino Islamabad, dove si nascondeva. “Oggi, dietro mie istruzioni, gli Stati Uniti hanno sferrato un’operazione mirata contro un compound a Abbottabad, in Pakistan. Una piccola squadra di americani ha condotto l’operazione con coraggio e capacità straordinarie. Nessun americano è rimasto ferito. Sono stati attenti ad evitare vittime civili. Al termine di uno scontro a fuoco, hanno ucciso Bin Laden e preso in custodia il corpo”. L’autorizzazione al raid è stata data il 29 aprile, ha detto la Casa Bianca, precisando che nelle scorse settimane vi sono stati altre 5 riunioni del Consiglio di Sicurezza.

A poche ore dall’annuncio, nel corso della cerimonia di consegna della Medaglia d’Onore alle famiglie di due militari che parteciparono alla Guerra di Corea, Obama è tornato sull’uccisione di Osama sottolineando che “oggi è un grande giorno per l’America”. “Il mondo è più sicuro, è un posto migliore perché è morto bin Laden – ha poi aggiunto – oggi ci è stato ricordato che siamo una nazione, che non c’è niente che non possiamo fare quando ci mettiamo insieme al lavoro, e ci è stato ricordato il senso di unità che ci caratterizza come americani”. Obama ha poi reso omaggio al segretario alla Difesa e al capo degli Stati Maggiori Riuniti: “Senza la leadership di Robert Gates e Mike Mullen” non ci sarebbe stata l’operazione.

Il terrorista saudita, hanno riferito fonti del Pentagono, è stato ucciso con una pallottola in testa e nel corso del blitz avrebbe opposto resistenza armata al commando di soldati entrato nel suo rifugio. Con lui sono stati uccisi due uomini che si presume fossero “messaggeri”, uno dei suoi figli e una donna. Altre due donne sono rimaste ferite. L’uomo si trovava in una casa priva di linee telefoniche e, come scrive il New York Times ricostruendo i dettagli dell’operazione d’intelligence durata 8 mesi, è stato individuato lo scorso agosto tramite uno dei suoi fidati corrieri.

L’operazione, affermano alcuni funzionari dell’Isi, i servizi segreti di Islamabad, si è svolta in collaborazione con l’anti-terrorismo pachistano, ma il ministero degli Esteri pakistano smentisce la circostanza e in una nota parla di un “blitz condotto direttamente dagli Stati Uniti in Pakistan”.

A stabilire che l’uomo morto è Osama è stato il test del Dna. E’ quanto ha confermato la Casa Bianca, secondo quanto ha riportato la Cnn.

Siti jihadisti che non credono alla notizia della morte del saudita, hanno messo in dubbio l’autenticità della foto del volto tumefatto di Bin Laden mostrata dalla tv pakistana sostenendo l’immagine era già stata diffusa da alcuni siti arabi a dicembre e il volto raffigurato non è quello del leader di al-Qaeda. Dopo qualche ora è stata la stessa t v pachistana ad ammettere che si trattava di un falso.

La notizia è stata accolta con manifestazioni di giubilo degli statunitensi a Washington e New York , dove migliaia di persone si sono riunite a Ground Zero. “I newyorkesi hanno aspettato 10 anni questa notizia. Spero che porti consolazione a tutti coloro che persero persone care l’11/9”, ha detto il sindaco Michael Bloomberg, che ha definito la morte del terrorista una “vittoria importante”.

“E’ una catastrofe”, ha invece commentato un militante di al-Qaeda in Yemen. “In un primo momento non ci credevamo – ha detto – ma poi abbiamo avuto la conferma da alcuni nostri fratelli presenti in Pakistan”. Mentre i talebani pakistani minacciano vendetta. Secondo quanto riferisce la tv araba ‘al-Jazeera’, hanno minacciato di colpire “obiettivi Usa e del governo di Islamabad” per vendicare la morte del saudita. Il premier del governo Hamas che controlla la Striscia di Gaza, Ismail Haniyeh, ha condannato l’uccisione di Bin Laden. definendo “un mujahid combattente arabo”.

Gettato in mare, islamici: “Contro la nostra religione”

IL CAIRO – La sepoltura in mare è una gravissima violazione dell’islam. Lo ha affermato Mahmoud Ashour, dell’accademia delle ricerche islamiche di Al Azhar, il più prestigioso centro di sapere sunnita al Cairo, riferendosi alla cerimonia funebre di Bin Laden tenutasi, secondo quanto detto dal Pentagono, sul ponte della portaerei Uss “Carl Vinson”, “nel rispetto delle tradizioni islamiche, prima che il suo corpo venisse gettato nel Mar dell’Oman”.

– La scelta Usa di seppellire la salma di Bin Laden in mare contrasta con i principi della sharia islamica – ha concordato Abdel Mouti al-Bayoumi, del Comitato dei ricercatori della stessa accademia – Per la legge islamica è consentite seppellire un morto in mare solo se si trova su una barca lontano dalla costa e non ci sono possibilità di arrivare sulla terra ferma per una sepoltura normale». Al-Bayoumi invita a “rispettare la sharia in questo momento così particolare”.

– Ci rendiamo conto che gli americani possano emere che la tomba di Bin Laden diventi meta di pellegrinaggio, ma riteniamo che ormai tutti siano a conoscenza del fatto che le sue azioni fossero sbagliate. Anche se qualcuno lo considera un mujahid, per la maggioranza dei musulmani era un uomo ingiusto e non gode di grossa popolarità tra gli arabi.

L’esponente di al-Azhar sostiene che “la sua morte era attesa da tempo anche se è arrivata in ritardo”.
La sepoltura in mare “è completamente contraria alle regole dell’Islam” hanno aggiunto fonti della Grande Moschea di Parigi.

Si teme la vendetta

ROMA – Molte le reazioni internazionali alla notizia della morte del terrorista. Il premier Silvio Berlusconi, ha commentato l’eliminazione del numero uno di Al Qaeda parlando di «un grande risultato nella lotta contro il male». Di segno opposto Hamas che, condannando l’intervento dei militari Usa, li accusa di «assassinio» e definisce Bin Laden un «santo combattente arabo». Il Vaticano fa sapere che «di fronte alla morte di un uomo un cristiano non festeggia». Ma dal Pakistan arriva la preoccupazione per possibili ritorsioni contro la comunità cristiana. Scuole e istituti sono stati chiusi, le chiese presidiate e i quartieri cristiani sorvegliati con massime misure di sicurezza. Fonti locali dell’agenzia vaticana Fides informano che le autorità civili hanno disposto tali misure di sicurezza a Islamabad, Lahore, Karachi, Multan e in altri centri urbani, poiché si temono attacchi e reazioni violente contro obiettivi cristiani da parte dei talebani.

A far salire la tensione hanno contribuito anche i talebani pakistani che hanno minacciato attacchi contro Pakistan e Stati Uniti come rappresaglia per l’uccisione di Osama Bin Laden. «Se è stato martirizzato, vendicheremo la sua morte e lanceremo attacchi contro i governi americano e pakistano e le loro forze di sicurezza», ha avvertito il portavoce Ehsanullah Ehsan, «sono nemici dell’islam». Per l’ex capo dei servizi pakistani di intelligence (Isi), il generale a riposo Hamid Gul, ora comunque sarà il braccio destro di Osama, Ayman al Zawahiri, a prendere il comando della rete terroristica.

“Dead!”, per le strade scoppia la festa

NEW YORK – ‘’Dead’’ (morto): cosi’, con il titolo a tutta pagina che accompagna la sua fotografia, gli Stati Uniti ha annunciato la notizia della morte di Osama Bin Laden. Dal New York Times al Washington Post, dalla Abc alla Cnn, tutti i media hanno proposto edizioni straordinarie, mentre davanti alla Casa Bianca e a Times Square una folla sempre più grande ha festeggiato la notizia scandendo ‘’U-S-A’’ e sventolando bandiere americane. L’emozione è enorme, in piazza ci sono persone che hanno perso amici e parenti nell’attentato. Vogliono celebrare lo storico momento. Al momento il timore di una vendetta da parte dei militanti di Bin Laden non è considerata. ‘’Non ci sconfiggerete’’, si sente tra le urla di entusiasmo.

A Ground Zero migliaia di persone. Cantando l’inno e al grido di ‘Yes we can’, celebrano la morte dell’autore dell’attentato più sanguinoso in territorio Usa. C’e’ chi arriva avvolto nella bandiera, chi piange, chi ricorda le vittime con fiori e candele. C’e addirittura chi è arrivato in pigiama, altri hanno lasciato il ristorante per ritrovarsi. La polizia chiude le strade, arriva con i cani per contenere la folla crescente.

Alla Casa bianca

Prima centinaia, poi migliaia, giovani e giovanissimi, hanno affollato i giardini di Lafayette Park, davanti alla Casa Bianca, urlando con foga tutta la loro gioia. Urlando incessantemente ‘U-S-A’, tutti con in mano il proprio smart phone per girare il proprio video da ‘postare’ su Youtube. Altri, in giacca e cravatta, mostrano cartelli elettorali un po’ datati, con su scritto il ticket ‘Bush-Cheney’. E c’e’ chi sventola qualche bandiera dei Tea Party. Ma sono una minoranza. Complice la sera tiepida e piacevole, nessuno ha voglia di parlare di politica. E soprattutto di litigare.

Non tutti applaudono

Più defilato, Bill, 25 anni, più pensoso degli altri. Fa parte di un’associazione pacifista. A Lafayette Park è venuto più volte a manifestare il suo dissenso a tutte le guerre. A lui questo entusiasmo non piace: ‘’Molti di loro 10 anni fa stavano alle elementari, non sanno niente dell’11/9… Bin Laden era un criminale sanguinario, ma non mi piace un Paese in cui si festeggia in piazza la morte di 21 persone’’. Ma è l’unico ad avere questi pensieri. Accanto a lui passa un gruppo di giovani scalmanati, sudati e a dorso nudo, che gli urlano a squarciagola ‘Usa, Usa’. Come loro, tanti altri, continueranno a far baldoria, in questa lunga notte di festa, a Washington.

Le parole di Obama

WASHINGTON – ‘’Non è stata l’America a scegliere questa lotta. E’ venuta da sola, con il massacro senza senso sul nostro suolo dei nostri cittadini. Dopo dieci anni, conosciamo bene i costi della guerra… Il risultato di oggi è una testimonianza della grandezza di questo Paese e della determinazione della sua gente… Abbiamo ancora una volta ricordato che l’America può raggiungere qualunque obiettivo si ponga.. Questa è la storia della nostra storia. Possiamo fare tutto ciò non per la ricchezza o la forza, ma per ciò che siamo: una Nazione, davanti a Dio, indivisibile, con la libertà e la giustizia sopra ogni cosa’’.

Usa: l’assassinio diventato norma

CARACAS – “Per l’impero non c’è nessuna altra soluzione, ne’ politica, ne’ diplomatica, l’unica cosa che domina è l’assassinio ormai diventato la norma”. E’ questo il duro giudizio negativo espresso dal vice presidente venezueleano, Elias Jaua, “sull’assassinio” di Osama bin Laden. Parlando alla televisione di stato, Jaua ha condannato il fatto che si parli “in modo naturale di un crimine e lo si celebri” ma ha anche detto che la cosa “non sorprende”, criticando e denunciando l’intero intervento della Nato in Afghanistan.