Libia, Camera al voto: 4 le mozioni

ROMA – L’ora del disgelo tra il premier Silvio Berlusconi ed il Senatur sulla Libia sembra già scattata, come lasciano intendere le dichiarazioni ottimiste di entrambi. Ma sarà la prova d’aula a dimostrare nel voto sulle quattro mozioni se la maggioranza si è ricompattata sulla politica estera, trovando la sintesi su una risoluzione comune alla quale da giorni lavorano i pontieri del centrodestra. Un testo sul quale difficilmente le opposizioni potranno convergere perchè, come spiega il leader Pd, Pier Luigi Bersani, non si può ‘’fare la stampella ad un governo che tiene il piede in quattro scarpe’’.


Dopo le mozioni di Pd e Terzo Polo, ieri mattina il presidente della Camera Gianfranco Fini ha ammesso anche le mozioni di Idv e Lega, entrambe, pur in forma differente, contrarie ai bombardamenti. Ma al voto finale, che dovrebbe avvenire mercoledì, non è detto che arrivi tutte e quattro le mozioni presentate: sotto la regia del sottosegretario Gianni Letta e delle sue capacità diplomatiche, questa mattina i capigruppo di maggioranza cercheranno di ricucire la rottura sulla Libia con un testo comune tra Pdl e Lega.


Ma prove di convergenza sono in corso anche nell’opposizione. Trattative alle quali il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non partecipa, smentendo interventi o telefonate, come quella al segretario Pd Pier Luigi Bersani.


‘’Il Presidente – spiega oggi una nota del Colle – ha espresso chiaramente già nel Consiglio Supremo di Difesa le sue valutazioni sulla crisi libica. Resta esclusiva responsabilità del governo e del Parlamento la decisione circa gli sviluppi dell’adesione già data dall’Italia’’.


Il timore di Pd e Terzo Polo è che alla fine la maggioranza voterà compatta, mentre le opposizioni, ognuna con un proprio testo, risulteranno divise. La mozione dell’Idv viaggia in direzione opposta al sostegno alla missione internazionale e quindi è difficile che sulla ‘’mozione di pace’’, come la definisce Antonio Di Pietro, si ritrovino anche le altre forze di opposizione. Più probabile, dunque, è che Pd e Terzo Polo, entrambe a sostegno dell’intervento in Libia, tentino una sintesi dei due documenti nella speranza di riuscire, al tempo stesso, a far emergere ‘’le contraddizioni o le ritirate improvvise della maggioranza’’. Perchè, come chiosa Casini, ‘’una mozione che fissa un termine alle ostilitè è una buffonata’’. Sembra certo, dunque, che le opposizioni non sosterranno un’eventuale mozione comune della maggioranza.


– La spaccatura tra Lega e Pdl – sostiene il segretario Pd Pier Luigi Bersani – va interpretata come la volontà di presentare un Paese che tiene il piede in quattro scarpe: se intendessero renderci ridicoli al mondo andando a sostenere equilibri che possono essere capiti solo a Radio Padania, noi non ci stiamo.


Contorsioni che però la maggioranza nega:
– Stiamo lavorando – spiega il capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto – per trovare una posizione comune con la Lega che ovviamente tenga conto, come è anche nel testo della loro mozione, della Risoluzione dell’Onu.