Honduras, forse rientro Zelaya e ritorno del Paese nell’Osa

CARACAS – L’Honduras è sempre più vicino al rientro nell’Organizzazione degli Stati americani (Osa). Lo ha detto il segretario generale dell’ente panamericano, José Miguel Insulza, commentando alla cilena “Radio cooperativa” anche l’annullamento dei processi penali ancora pendenti sull’ex capo di Stato Manuel Zelaya, per presunti reati di corruzione. Presto si potrebbe permettere all’ex capo di Stato di rientrare nel paese abbandonando l’esilio nella Repubblica Dominicana. Porfirio Lobo, nominato presidente dopo Zelaya, non ha mai smesso d’insistere perché l’Honduras fosse riammesso a sedere nei banchi dell’Osa, da cui è fuori dal luglio 2009 a causa del noto colpo di stato.


Intanto, il Fronte nazionale di Resistenza popolare honduregno (Fnrp), primo denunciatario del golpe, ha benedetto l’intervento di mediazione di Colombia e Venezuela per cercare di trovare un rimedio alla lunga crisi del Paese. Il rappresentante del Fronte, Juan Barahona, precisa:
– Approviamo la mediazione proposta a Cartagena de Indias e diamo la nostra piena fiducia al presidente della Repubblica bolivariana del Venezuela, Hugo Rafael Chávez Frías, per la sua volontà verso la democrazia. Una posizione che smentisce le voci che volevano il Fronte diviso sul ruolo di Caracas. Anzi, lo scorso 16 aprile, Barahona volò da Chávez per dimostrargli quanto la resistenza honduregna creda in lui e nelle sue capacità diplomatiche. Anzi, all’incontro fra i due partecipò persino Manuel Zelaya, il capo di stato legittimo defraudato del potere dai golpisti del 28 giungo 2009. Che a sua volta ha definito il Venezuela un esempio di popolo che si evolve. “A voi noi ci ispiriamo, popolo venezuelano. Mi sento molto vicino a voi, saluto il popolo simbolo del processo di trasformazione”.


Fnrp ha consegnato ai mediatori una proposta che comprende il ritorno di tutta la classe politica esiliata, compreso Zelaya, la fine della politica repressiva e il giusto processo per tutti coloro che hanno violato i diritti umani. Inolte, “che si avviino le procedure per l’installazione di un’Assemblea Nazionale Costituente partecipativa, includente e democratica” e “che si riconosca il Fnrp come una organizzazione politica e sociale belligerante in Honduras”.


Il rimpatrio di Zelaya e il conseguente, possibile, rientro dell’Honduras nell’Osa, sono il frutto di un nuovo clima politico. Importante l’incontro del 13 aprile a Cartagena, Colombia, tra il capo di Stato honduregno, il padrone di casa Juan Manuel Santos e Hugo Chavez, tra i più severi critici dei fatti che decretarono l’ascesa di Lobo al potere. Il Venezuela – al pari dell’Argentina, del Brasile, della Bolivia, dell’Ecuador, del Nicaragua, del Paraguay e dell’Uruguay – continua a non riconoscere il governo di Lobo ma si mostra più morbido nei confronti della possibilità che l’Honduras rientri nell’Osa.