150 anni dell’Esercito, fischiato La Russa

TORINO – Bandiere tricolore e la folla assiepata fin dal mattino ai lati di piazza Castello, in pieno centro a Torino. Così il capoluogo piemontese ha accolto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in visita per partecipare alla cerimonia dei 150 anni dalla fondazione dell’Esercito Italiano. Una festa segnata però dalle polemiche per i fischi nei confronti del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, e del governatore della Regione Piemonte, Roberto Cota. Fischi che fanno però da contraltare ai lunghi applausi tributati, invece, al Capo dello Stato. Così la festa si trasforma ancora in palcoscenico politico.


La cerimonia prevede il conferimento, da parte del presidente Napolitano, delle ‘Croci alla Memoria’ ai familiari di militari morti in servizio e la decorazione di ‘Cavaliere dell’Ordine militare d’Italia’ alla bandiera del 9/o Reggimento paracadutisti d’assalto ‘Col Moschin’. Il cerimoniale esclude che Napolitano, che ricopre il ruolo di Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate, prenda la parola. Ma in un messaggio sottolinea come oggi l’Esercito Italiano concorra, in ambito ONU, UE e NATO, ‘’ad interventi di pacificazione e stabilizzazione di complesse situazioni conflittuali in cui vengono violati i diritti umani più elementari e sono posti a rischio la sicurezza comune e lo sviluppo globale’’.


Dello stesso tenore le parole del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Giuseppe Valotto, e del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Biagio Abrate, che sottolineano ‘’l’accresciuto ruolo dell’esercito nella politica estera italiana’’ e si augurano che ‘’non manchino mai le risorse adatte ed i mezzi per servire il Paese’’.
Prende poi la parola il ministro della Difesa. La Russa inizia il suo discorso ma dalla folla subito un nutrito gruppo di contestatori fa partire una selva di fischi. Sono gli stessi che poco prima hanno fischiato il governatore Cota quando le immagini sugli schermi in piazza inquadravano la sua stretta di mano con Napolitano. La reazione di La Russa è immeditata.


– Sono poveri, piccoli fischiatori di professione – spiega. Il ministro continua a leggere il suo discorso, qualche fischio si ascolta ancora ma dal palco parte un applauso a sostegno del responsabile della Difesa.