Bin Laden: Al qaida giura vendetta

BEIRUT – ”Congratulazioni alla comunità islamica per il martirio del suo figlio Osama”: così al Qaida conferma la morte di bin Laden; giurando allo stesso tempo vendetta contro gli americani, affermando che ”la loro felicità si trasformerà in dolore, e il loro sangue si mischierà alle loro lacrime”.


Cinque giorni dopo l’annuncio del presidente Barack Obama, con un comunicato diffuso via internet – giudicato attendibile anche se l’autenticità come sempre non può essere provata – l’internazionale del terrore comunica oggi a sua volta ‘ufficialmente’ al popolo jihadista che ”in un giorno storico per la grande Nazione Islamica…il mujahid (combattente santo) sheikh Abu Abdullah Osama bin Mohammed bin Laden, Dio abbia misericordia di lui, è stato ucciso sul sentiero su cui altri si erano avviati prima di lui e che altri continueranno a percorrere dopo di lui”.


Nel testo, datato 3 maggio e firmato dal ‘Comando generale di al Qaida’, si afferma che il sangue dello sheikh Osama ”non sarà stato versato invano” e ”rimarrà, con il permesso di Allah l’Onnipotente, una maledizione che insegue gli americani e i loro agenti, dentro e fuori dei loro Paesi”. E ancora, al Qaida esorta i pachistani ”a sollevarsi con forza, per ripulire il loro Paese dagli americani” e a ”ribellarsi, per lavare questa onta che gli è stata inflitta da una banda di traditori e ladri”.


Poi l’annuncio che la voce dello sheikh del terrore si potrà ancora udire un’ultima volta, grazie ad un messaggio registrato una settimana prima che morisse e che sara ”presto” diffuso. Un messaggio per condividere ”con la nazione islamica la gioia suscitata dalle rivolte (nei Paesi arabi) di fronte all’ ingiustizia” e per dispensare ”consigli e complimenti”.


Nel comunicato, il ‘Comando generale di al Qaida’ non fornisce indicazioni sulla successione alla guida della rete del terrore, ma diversi osservatori hanno notato il fatto che l’annuncio del ”martirio” del leader non è stato dato dal numero due dell’organizzazione, l’egiziano Ayman al Zawahri, e sostengono che si tratta di un elemento significativo. Anche perchè tra gennaio e aprile Zawhari ha diffuso ben cinque audio-messaggi, nel tentativo di mostrare che le rivolte arabe degli ultimi mesi hanno una ispirazione jihadista.


Da tempo circolano diverse voci secondo cui le quotazioni del ‘braccio destro’ di Osama sarebbero in calo all’interno di al Qaida, mentre nei giorni scorsi un quotidiano saudita, al Watan, ha scritto che sarebbe stato proprio Zawahri a ‘vendere’ lo sceicco, ”per prendere il controllo dell’organizzazione”. Difficile valutare l’attendibilità di questa informazione, ma anche John Brennan, consigliere del presidente Obama per la lotta al terrorismo, ha affermato:


– Zawhari ha molti detrattori all’interno dell’organizzazione e ritengo che li vedremo iniziare a divorarsi tra loro.


E poi, secondo Brennan, ”il numero due, Zawahiri, non è carismatico”. C’è chi sostiene che il leader di al Qaida nella penisola araba (Aqap) Anwar al-Awlaki, nato negli Stati Uniti, abbia migliori possibilità di prendere il comando al posto di bin Laden, anche perchè la sua ‘cellula’ ha acquisito particolare ”prestigio” nel mondo jihadista per aver negli ultimi tempi rivendicato numerose azioni eclatanti. Ma in realtà, anche se ormai la struttura in stile ‘franchising’ di al Qaida rende difficile capire quali siano davvero i compiti del futuro leader, secondo molti esperti dell’ antiterrorismo sono molti i nomi sulla lista dei possibili candidati a rimpiazzare Osama bin Laden. Di certo, ha detto il capo della Cia Leon Panetta, ”posso assicurare che chiunque prenda il suo posto, sarà il numero uno sulla nostra lista” di nemici.